“La decisione della Regione Basilicata di negare l’autorizzazione al trasporto del greggio estratto da Tempa Rossa nelle auto-cisterne è motivata dalla necessità di salvaguardare l’ambiente e di non appesantire ulteriormente il nostro già precario sistema infrastrutturale”.
È il commento del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, alla delibera con la quale la giunta regionale ha dato il suo parere contrario all’intervento “Realizzazione baie di carico auto-cisterne per trasferimento greggio stabilizzato dal Centro Oli Tempa Rossa e posa di due condotte interrate di collegamento” nel Comune di Corleto Perticara (PZ), proposto dalla Società Total Italia Spa”.
“Si tratta – aggiunge Pittella – di una scelta di buon senso. Una scelta, però, che non vuole neanche scaricare sulla Regione Puglia il tema del trasferimento del greggio.
Con Taranto e più complessivamente con i nostri vicini pugliesi vogliamo instaurare un dialogo costruttivo all’insegna delle positive relazioni che abbiamo messo in campo. Occorre continuare – conclude Pittella – ad avere un confronto aperto e sereno sul tema dell’energia e della compatibilità fra le esigenze dell’industria e quelle dell’ambiente, anche attraverso il coinvolgimento dei Ministeri competenti in considerazione della rilevanza nazionale del tema petrolio”.
Diverse le motivazioni individuate dal governo regionale
Il quadro di riferimento proposto dalla Total “non ha analizzato la coerenza dell’intervento rispetto al vigente Piano Regionale dei Trasporti che evidenzia le criticità legate al sistema della mobilità regionale.
Inoltre le incidenze maggiormente impattanti dall’intervento sono da addebitare quasi esclusivamente al traffico delle autobotti per il trasporto del greggio rispetto al quale lo Studio di Impatto Ambientale è stato notevolmente lacunoso per le seguenti considerazioni: l’impatto sulla viabilità non è stato condotto mediante uno specifico studio dell’impatto viabilistico, con indicazione puntuale del sistema dell’offerta viaria e della domanda di traffico attuale; la descrizione della viabilità interessata si è limitata solo a descrivere sinteticamente le arterie viarie interessate (viadotti e gallerie attraversate, intersezioni con altra viabilità, presenza di ricettori nelle vicinanze) con indicazione del paesaggio attraversato; lo studio non ha minimamente affrontato gli aspetti fondamentali di uno studio viabilistico (geometrie della viabilità interessata con indicazione, in particolare, delle pendenze medie, della lunghezza dei tratti con pendenze superiori al 5% e della tortuosità; monitoraggio del traffico veicolare attuale presso punti ritenuti significativi con indicazione del numero medio di veicoli all’ora, caratteristiche dei mezzi circolanti e verifica di orari critici)”.
Inoltre lo studio proposto dalla società petrolifera “ha artificiosamente evidenziato la complessiva scarsa significatività degli impatti prodotti dai 3 itinerari previsti motivandola essenzialmente sul fatto che gli stessi interessano prevalentemente autostrade. Non è stato, invece, evidenziato che in Basilicata saranno interessate esclusivamente strade ad unica carreggiata, prive di spartitraffico, che attraversano un territorio molto ondulato con presenza, quindi, di numerosi tratti in salita e discesa”. Fra l’altro “le strade interessate dal progetto sono le principali arterie di collegamento regionale che, considerando la scarsa presenza di tratti ferroviari, rappresentano le uniche possibilità di spostamento sia per il trasporto privato che per quello pubblico. Solo a titolo esemplificativo si evidenzia l’enorme disagio che si verrebbe a causare durante le prime ore diurne, caratterizzate da un intenso e costante traffico verso il capoluogo regionale dovuto a lavoratori pendolari e autobus scolastici”.
La richiesta della Total è stata respinta anche per altre tre considerazioni: “non sono stati analizzati gli impatti cumulativi rispetto al Centro Oli di Corleto Perticara; non sono state previste le necessarie opere di ripristino ambientale dell’area di carico, anche in considerazione del carattere temporaneo dell’intervento; il piano di monitoraggio ambientale risulta scarsamente definito sia nei riguardi delle modalità di raccolta dei dati che in quella degli indicatori ambientali previsti”.
Per tutte queste motivazioni la Giunta regionale ha affidato all’Ufficio regionale Compatibilità Ambientale il compito di notificare copia della Deliberazione al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per gli adempimenti di competenza.