Alla Vis, la Valutazione di Impatto sulla Salute della popolazione della Val d’Agri in relazione alle attività del Centro Olio di Viggiano, è stata dedicata una seduta straordinaria del Consiglio Regionale, richiesta dai consiglieri Romaniello, Perrino, Leggieri, Napoli, Rosa e Castelluccio, come ha ricordato il Presidente dell’assemblea, Francesco Mollica.
Articolato ed in alcuni momenti anche vivace il dibattio su una questione fortemente sentita dall’opinione pubblica, prima fra tutti i residenti in Val d’Agri.
Ha introdotto i lavori l’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono, il quale ha ricordato i dati dello studio commissionato dai Comuni di Viggiano e Grumento Nova effettuato dal prof. Bianchi del Cnr su tre matrici ambientali: acqua, suolo e atmosfera. “Nello studio, attraverso l’indagine epidemiologica, si stabilisce- ha precisato Pietrantuono – non una correlazione, ma una associazione di rischio, fra alcuni incrementi di malattie, mortalità o ricoveri e la presenza di attività estrattive. La concentrazione è focalizzata quindi principalmente sull’aria. Mentre per quanto riguarda acqua e suolo, dallo studio non emergono anomalie particolari, per quanto riguarda le emissioni in atmosfera vengono date alcune raccomandazioni.
La Regione- ha precisato l’assessore – già si era mossa per avere un quadro certo, costruendo ad esempio una rete di soggetti con credibilità nazionale come l’Ispra e il Cnr. Esiste anche l’accordo quadro con l’Istituto superiore della Sanità legato alla vicenda Total. La cosa più opportuna da fare – ha concluso Pietrantuono – è stata quella di coinvolgere i Ministeri interessati, per la costituzione di un tavolo nazionale integrato fra i ricercatori che hanno lavorato sulla Vis e gli enti di ricerca che già collaborano con la Regione, anche nell’ambito del riesame dell’Autorizzazione di impatto ambientale (Aia) relativa al Centro Olio di Viggiano, per individuare ulteriori azioni da mettere in campo”.
All’intervento dell’assessore Pietrantuono ha fatto seguito il dibattito.
Per il consigliere regionale Piero Lacorazza (Pd) è necessario adoperarsi affinché il lavoro continui non solo su Grumento e Viggiano. E’urgente – ha detto – il coordinamento dei tavoli. Gli strumenti sono efficaci se si parlano. E poi occorre non dimenticare che è utile instaurare una relazione tra ambiente e sanità nel prossimo piano sanitario regionale”. Lacorazza ha inoltre, ribadito il valore del referendum sulle trivelle e del no alla riforma del titolo V della Costituzione.
Secondo Giovanni Perrino (M5S), la Basilicata deve abbandonare le estrazioni petrolifere, guardando oltre, ricordando, però, i danni prodotti dalle estrazioni, con continue fughe gassose e limiti che vengono puntualmente superati e che l’attività, come dimostrato dalla Vis, è da concludersi definitivamente. Occorre mettere la parola fine all’attività, continuare nella messa in sicurezza e bonifica dell’area, studiando le possibili alternative al petrolio”.
Perrino ha abbandonato polemicamente l’aula quando ha preso la parola il Presidente Pittella.
Per Giannino Romaniello (Gruppo Misto)) “chi ha dettato l’agenda sinora in questa regione sul tema petrolio e ambiente sono state le compagnie petrolifere”. E ha aggiunto: “non si è compreso – ha detto – che la presenza del Centro oli doveva indurre la Regione a istituire una struttura adeguata con competenze scientifiche tali da potersi interfacciare con un colosso quale l’Eni. Si è sottovalutato l’impatto che quell’impianto avrebbe avuto sul territorio. Nel chiedere con forza alla Fondazione biomedica di proseguire sul lavoro avviato con il rapporto Vis, il consigliere ha richiesto una rete vera di monitoraggio costante e di un tavolo dove associazioni ambientaliste, Arpab, Aziende sanitarie ed enti preposti possano esprimere le proprie posizioni e possano accedere a tutti i dati.
“A Viggiano durante la presentazione del rapporto Vis ho avvertito in maniera palpabile il disorientamento dei cittadini e la loro richiesta di essere tutelati dalle istituzione”. Così il consigliere Vito Santarsiero (Pd) secondo il quale “non abbiamo saputo accompagnare il tutto con adeguate azioni di monitoraggio e controlli. Avevamo richiesto con forza un’indagine epidemiologica perché poteva rappresentare uno dei nostri fiori all’occhiello. Abbiamo sostenuto la nascita del Centro di medicina ambientale in Val d’Agri, della Fondazione biomedica, dell’ Osservatorio regionale ambientale e non abbiamo ottenuto i risultati attesi, finendo così per perdere in credibilità nei confronti dei cittadini. Il 70 per cento delle persone di Viggiano e Grumento pensa che sia alta la possibilità contrarre di malattie gravi e malformazioni congenite. Sono questi i dati più allarmanti, sui quali la politica deve dare risposte.
“Dalla Vis – ha detto il capogruppo del Pdl-Forza Italia Michele Napoli – emerge che il 70 per cento delle persone di Viggiano e Grumento pensa che sia alta la possibilità contrarre di malattie gravi e malformazioni congenite. Sono questi i dati più allarmanti, sui quali la politica deve dare risposte. L’accordo del ’98 era un modello di sviluppo forzato, in cui ciascun soggetto doveva fare la propria parte, nella salvaguardia dell’ambiente e della tutela della salute. La sfiducia delle comunità c’è perché la Regione è venuta meno al suo ruolo. È mancata una visione ben chiara della società, una visione strategica, una politica industriale che contemperasse le esigenze delle compagnie petrolifere con la necessità di garantire diritti inviolabili dei cittadini. È venuta a mancare la funzione di controllo della Regione, questa è la grande questione di questi anni, la principale causa del malessere strisciante che c’è in quel territorio”.
“Io non so – ha detto il consigliere del Pd Mario Polese – se si sia rotto o meno il rapporto fra istituzioni e popolazione della Val d’Agri, ma se è così mi chiederei quando è accaduto, anche perché c’è chi oggi assume una posizione antitetica rispetto all’attuale modello di sviluppo ma in passato è stato un vero e proprio costruttore di quel modello. Le cose che contano sono quelle che si fanno, ha detto il presidente Pittella, e mi pare strano parlare di continuità di fronte all’unico fatto di discontinuità, la chiusura del Cova, che è stato fatto da questo presidente e da questa maggioranza. L’obiettivo è quello di mantenere alto il livello di salvaguardia della salute e dell’ambiente. Sulla Vis condivido l’opinione dell’assessore Pietrantuono, non bisogna disperdere il lavoro fatto e occorre approfondirlo con altri contributi, garantendo la giusta trasparenza. E bisogna evitare ogni interpretazione strumentale, come lo stesso Bianchi ha detto”.
“Siamo nella legislatura in cui più si è fatto, si è istituito l’Osservatorio ambientale, si è aperto un rapporto con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), si è stabilito un protocollo con l’Istituto superiore della sanità e, poi, si è chiuso il Cova . Un dato, quest’ultimo, incontrovertibile. Tutto il resto è dibattito”. A sottolinearlo il consigliere Aurelio Pace (Gm) il quale ha affermato che “animare le paure e alterare la percezione è il vero male che consegniamo a questa regione. Alla confusione dobbiamo reagire. Quei dati sulle patologie sono ben disponibili e devono essere ben compresi affinché non si generi allarmismo. Abbiamo il dovere della verità e a domande del tipo: perché non si nomina un commissario straordinario della Val d’Agri, rispondo, perché non siamo la terra dei fuochi. Quello che sarebbe giusto fare – ha concluso – è allargare l’area di indagine così da avere dati su un campione più vasto di territorio”.