“In merito a quanto riportato negli scorsi giorni dalla stampa locale sul monitoraggio delle emissioni della cementeria e sull’utilizzo del combustibile pet-coke, Italcementi ribadisce che il rispetto dei limiti emissivi della cementeria di Matera è certificato da un sistema di Monitoraggio in continuo delle Emissioni (SME) del forno di cottura, che è sottoposto alle verifiche previste dalla normativa (D.Lgs. 152/06), effettuate da laboratori esterni accreditati e da personale qualificato”.
E’ quanto si sostiene in un comunicato stampa a firma di Agostino Rizzo, direttore tecnico di Italcementi.
“La cementeria è inoltre soggetta ai rigorosi controlli previsti dall’A.I.A. condotti anche questi da laboratori accreditati, i cui esiti sono trasmessi all’Autorità Competente. La cementeria, grazie anche al recente revamping del 2011, è pertanto tra le più moderne e performanti d’Europa e del mondo, sia dal punto di vista dell’efficienza industriale che delle prestazioni ambientali.
Le attività previste dai Protocolli del 2011 e del 2013, sono state svolte, in accordo con gli Enti. In particolare,- precisa ancora Rizzo – le centraline di qualità dell’aria sono installate dal 2013 e i dati sono regolarmente pubblicati da Italcementi secondo regole ARPAB con link sul sito dello stesso Parco insieme ai dati delle emissioni dell’impianto. I report delle attività del protocollo sono pubblicati sul sito di ARPAB al seguente indirizzo http://www.arpab.it/comunicazione/comunicazione/italcementi_3.asp
Per quanto riguarda il tema dei combustibili, ricordiamo – sostiene nella nota Rizzo – che la cementeria rappresenta un’attività produttiva, il cui fine è produrre cemento di qualità riconosciuta e certificata: tutti i cementi prodotti a Matera, in conformità alla direttiva 89/106/CEE del 21/12/88, sono muniti di Certificato di Conformità Europea – CE e vengono costantemente sorvegliati da I.T.C. (Istituto per le Tecnologie della Costruzione) per verificare la conformità dei requisiti alle specifiche di Qualità della normativa europea.
La natura stessa del ciclo produttivo del cemento richiede l’uso di importanti risorse energetiche pertanto – per poter svolgere questa sua funzione – necessita di combustibili, siano essi pet-coke o combustibili alternativi, il cui utilizzo è preventivamente autorizzato dalle autorità competenti e costantemente monitorato a testimonianza dell’assoluto rispetto delle leggi in materia.
Il pet-coke è un combustibile convenzionale non pericoloso, da sempre utilizzato e utilizzabile in tutte le cementerie come combustibile, il cui uso è strettamente disciplinato dalla legge, che ne stabilisce anche alcuni limiti di composizione e condizioni di utilizzo sempre verificati e rispettati.
La presunzione su danni ambientali e sanitari del pet-coke è solo un’ipotesi suggestiva e non supportata. In questo modo – afferma Rizzo – si crea solo falso pericolo e allarmismo non giustificato. Ribadiamo che Italcementi opera con il rigore previsto dalle autorizzazioni ambientali e con l’esperienza e conoscenza centenaria acquisita e riconosciuta. Pertanto, l’azienda si riserva di valutare eventuali azioni necessarie alla salvaguardia della propria immagine.
Si ricorda, infine, che il coke non è soggetto alla normativa sui rifiuti, né tantomeno alla normativa sul trasporto transfrontaliero dei rifiuti, né alla registrazione secondo il Regolamento Europeo REACH che si applica alla valutazione, autorizzazione e registrazione delle sostanze chimiche.
Per quanto riguarda la cementeria di Matera, Italcementi, – conclude il Direttore Tecnico dello stabilimento – ribadisce ancora una volta che le 53.000 ton arrivate al porto di Taranto non sono stoccate nell’impianto, ma che in cementeria è portata e conservata in depositi chiusi e coperti solo la limitata quantità necessaria allo svolgimento dell’attività produttiva.”