Nel corso dei servizi predisposti dal Questore di Potenza con l’avvio delle operazioni di raccolta del pomodoro nelle zone sub provinciali del “vulture-melfese” e dell’”Alto Bradano”, Agenti della Squadra Mobile hanno proceduto all’esito di una specifica attività investigativa condotta d’iniziativa nella zona di Banzi, al confine con il territorio di Palazzo san Gervasio, all’arresto in flagranza di reato di un cittadino extracomunitario di origini sudanesi di anni 32 e alla denuncia di un imprenditore del posto, di anni 42, in quanto resisi responsabili con condotte diverse tra loro del delitto di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”.
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Sul posto, infatti, venivano rintracciati ben 15 cittadini extracomunitari di varie etnie, che reclutati dal “caporale” extracomunitario tra gli alloggiati di contrada “Matinelle” di Palazzo San Gervasio, venivano impiegati da diversi giorni presso terreni agricoli di Banzi, con impiego in condizioni di scarsa sicurezza e igieniche e corresponsione, tra l’altro, di una retribuzione difforme dai contratti collettivi di lavoro, con pagamento a “cottimo” e per numero di “cassoni” (da 3 q.li) di prodotto raccolto lunga tutta la giornata.
L’operazione di Polizia, frutto di uno specifico protocollo operativo messo in campo dagli investigatori della Squadra Mobile, con l’ausilio di personale specializzato dell’Ispettorato del Lavoro di Potenza ed il supporto della Polizia Scientifica, ha permesso di pervenire al sequestro del mezzo utilizzato dallo stesso per trasferire quotidianamente i “braccianti” dalla zona di alloggio di contrada Matinelle del Comune di Palazzo San Gervasio ai terreni di raccolta dei pomodori siti in agro di Banzi che, una volta caricati sui Tir vengono trasferiti per il conferimento alle industrie conservatoriere della Campania.
Nei giorni scorsi si era pervenuti, infine, sempre con l’ausilio del personale dell’Ispettorato del Lavoro di Potenza, ad accertare altre contestazioni amministrative in capo a datori di lavoro nel corso di servizi appositamente sviluppati sulla zona dell’Alto Bradano nell’ambito di un continuo e costante monitoraggio dell’area territoriale in questione, avviato con l’operazione “Freedom” disposta dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.