Per Piernicola Pedicini, europarlamentare del M5S, la Regione deve bloccare la riapertura del centro olio di Viggiano per due motivi:
non sarebbe rispettata una delle prescrizioni alle quali Eni doveva ottemperare;
l’Arpab, che dovrebbe controllare sull’attività, ha dichiarato lo stato di emergenza per mancanza di personale.
La prescrizione alla quale Pedini fa riferimento – come precisa in un comunicato stampa – è stata segnalata dall’associazione Scanziamo le Scorie: “l’Eni non ha rispettato la prescrizione numero 3 indicata a pagina 13 della relazione dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
La parte non ottemperata riguarda il passaggio dove viene chiesto all’Eni di descrivere lo scenario dell’impatto provocato all’ambiente dallo sversamento di greggio.
L’Eni, invece di descrivere lo scenario, dichiara che l’entità dell’impatto provocato è ancora in fase di valutazione (infatti è noto a tutti che le operazioni di emungimento delle tonnellate di petrolio finite nei terreni al di fuori del Cova, non sono ancora terminate)”.
Quindi, è alquanto evidente – afferma Pedicini – che, senza il rispetto di questa prescrizione, l’Ispra e la Regione Basilicata non avrebbero dovuto autorizzare il riavvio dell’impianto se prima non erano in possesso della descrizione dettagliata dell’impatto e dei danni prodotti al territorio dopo la fuoriuscita di petrolio dai serbatoi del Cova.
Per quanto riguarda l’Arpab, Pedicini definisce la situazione “veramente paradossale se si pensa che la struttura più importante per effettuare i controlli al Cova dopo l’incidente dello sversamento e per tenere l’Eni sotto stretta osservazione, ha dichiarato lo stato di emergenza per carenza di personale”.
Oltre a questo, secondo l’europarlamentare pentastellato, tanti altri interrogativi sono emersi sulla gestione dell’Arpab e sulle incongruenze per la riapertura del Cova.
Ne accenniamo due su tutti, sollevati dai consiglieri regionali del M5S Giovanni Leggieri e Gianni Perrino e da alcuni organi di informazione: come e chi smaltirà i reflui del petrolio, qualora il Cova riaprisse, e cosa risponde l’Arpab dopo il grave episodio che ha visto l’assunzione di un dirigente che si è messo in aspettativa lo stesso giorno in cui ha firmato il contratto.