La sentenza n. 170/2017 della Corte Costituzionale, che ha bocciato il comma 7 dell’art. 38 della legge “Sblocca Italia” perché non si prevede un adeguato coinvolgimento delle Regioni nei procedimenti relativi all’adozione del titolo concessorio unico per le attività petrolifere, “rafforza ancora di più le modifiche ottenute sull’art. 38 dello Sblocca Italia grazie all’iniziativa referendaria di cui la Basilicata è stata capofila e al no alle modifiche del Titolo V della Costituzione che avrebbe portato in mano allo Stato centrale tutte le competenze in materia di governo del territorio”.
E’ quanto sostiene il consigliere regionale del Pd Piero Lacorazza, evidenziando che “la stessa sentenza ha laconicamente dichiarato cessata la materia del contendere sul ‘Piano delle aree’, introdotto con la legge di bilancio a seguito della conversione dello Sblocca Italia e poi fatto saltare per evitare uno dei referendum proposti dalle Regioni”.
A parere di Lacorazza “la lettura della sentenza della Consulta consente di apprezzare meglio la battaglia condotta nel 2015 e nel 2016 con il referendum sulle trivelle e il no alle modifiche del Titolo V della Costituzione. Battaglie che, insieme a questa sentenza, hanno contribuito a dare più forza alle Regioni e al territorio e a mettere in sicurezza la Basilicata, oltre che a riaprire la discussione sugli orientamenti della strategia energetica nazionale, che non sembrano più avere il petrolio come opzione rilevante”.
“’Avanti’, quindi – conclude Lacorazza – con un Pd e con il centrosinistra che tanto a livello nazionale quanto a livello regionale, con un patto di fine legislatura, mettano al centro delle politiche l’ambiente, la riconversione ecologica e la transizione energetica come asset fondamentali di tutela della salute e sostegno allo sviluppo per la creazione di opportunità per le imprese e la creazione di nuovi posti di lavoro”.