Il sindaco di Tito, Graziano Scavone, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare e individuare le eventualità responsabilità che l’autorità giudiziaria dovesse ravvisare in relazione al mancato ripristino ambientale della discarica di Aia de’ Monaci, la cui attività di smaltimento di rifiuti era cessata il 1° luglio 2004 a causa dell’esaurimento delle volumetrie autorizzate.
Difatti già la Provincia di Potenza nel 2013 aveva constatato la mancata attuazione degli interventi. Nel 2014, a seguito di un evento franoso, era il Corpo Forestale a dichiarare necessario il ripristino delle condizioni di stabilità nell’area interessata e una differente gestione del percolato. Le analisi dall’Arpab hanno poi confermato un superamento dei parametri di ferro e manganese sulle acque di falda prelevate dal piezometro posto a valle. Si sono da allora succedute varie diffide al soggetto gestore della discarica per porre in essere tutte le misure necessarie a ripristinare il sistema di raccolta dei liquami e ad attuare il piano di caratterizzazione del sito. Ricorrendone i presupposti di leggi, l’amministrazione comunale di Tito, come previsto dal testo unico ambientale di cui al Dlgs 152/2006, ha dato corso alle procedure sostitutive per l’esecuzione del piano di caratterizzazione integrato a maggio 2017, con ulteriori attività di indagine resesi necessarie a seguito del superamento dei valori soglia, stavolta di nichel e manganese. Tale circostanza ha indotto il sindaco di Tito, nell’aprile di quest’anno, a vietare l’utilizzo delle acque superficiali nella zona limitrofa. Il procedimento amministrativo complesso che sta giungendo al termine, con annesso finanziamento in corso da parte della Regione Basilicata per 2,5 Meuro, dovrebbe finalmente consentire di avviare le procedure di caratterizzazione e ripristino ambientale del sito in sostituzione e in danno al soggetto responsabile, recuperando anni di ritardi e inadempienze.
“L’attenzione che questa amministrazione comunale, sin dal suo insediamento, ha riposto sulle tematiche ambientali è ormai nota – sottolinea il sindaco Graziano Scavone – perché la tutela del territorio e la salute dei cittadini non sono negoziabili”. “Nessuna scontistica può essere applicata a chi per anni ha succhiato risorse dal nostro territorio e, nel momento in cui occorre risanarlo per i danni perpetuati, gira lo sguardo dall’altra parte”. “Con la stessa determinazione monitoriamo le altre situazioni che comportano un rischio per i cittadini e un danno per le tante aziende sane che operano nella nostra area e che vorrebbero investire qui – continua il sindaco – a cominciare dall’inquinamento del sito ex Daramic, verso i cui responsabili avvieremo analoghe azioni e promuoveremo, insieme alla Regione, interventi in sostituzione e in danno per procedere a un risanamento atteso da tanto, troppo tempo”. “Il nostro messaggio – continua Scavone – è chiaro: non rinunciamo alla vocazione industriale che la nostra area ci consegna, ma non transigiamo sul rispetto che, per etica e per norma, è dovuto alla nostra terra”.