“Le analisi di Goletta Verde non sono assolutamente rappresentative della qualità della balneazione in Basilicata”.
Lo sostiene l’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono, secondo il quale
“le misure “fuori norma” sono state condotte in maniera errata, con prelievi effettuati alla foce dei canali artificiali e riferendo i risultati alle acque di mare, come si evince dalle informazioni pubblicate sul sito di Legambiente. E’ anche il caso di sottolineare – prosegue Pietrantuono – che l’unico punto di prelievo apparentemente conforme alla normativa, poiché prelevato a mare, è quello relativo alla spiaggia di Calaficarra a Maratea, mentre tutti gli altri prelievi sono praticamente avvenuti all’interno dei canali”.
Pietrantuono fa riferimento a Toccacielo di Nova Siri, all’Idrovora della foce del Sinni a Policoro e al canale Bufaiola a Lido Torre di Scanzano Jonico.
“Le modalità del prelievo dell’acqua – evidenzia Pietrantuono – danno risultati non attendibili e non confrontabili, in quanto i campioni sono stati prelevati in modo non corretto.
Con il progetto “Comuninmare”, promosso dalla Fondazione Osservatorio Ambientale Regionale e dalla Regione Basilicata per monitorare la qualità delle acque di balneazione delle coste lucane, durante il periodo estivo insieme ad Arpab è stato definito un calendario di campionamenti e analisi.
Per quanto riguarda lo stato delle acque nei pressi delle foci, i controlli sono effettuati in tredici punti sull’arco jonico e su un punto della costa tirrenica e proseguiranno per l’intera stagione per acquisire informazioni sistematiche sulla qualità delle acque di balneazione.
La campagna di misura avviata nello specifico sugli sbocchi a mare lucani dal mese di giugno – aggiunge – presenta dati delle acque alla foce perfettamente allineati a quelli osservati in corrispondenza della spiagge. Anche il portale nazionale delle acque di balneazione del Ministero della Salute evidenzia tale tendenza.
Dalle analisi e dai dati acquisiti risulta che i parametri microbiologici presi a riferimento, gli enterococchi intestinali e l’escherichia, sono sensibilmente al di sotto dei valori limite di legge per la balneazione fissati in 200 CFU e 500 CFU.
Dunque, – conclude Pietrantuono – la qualità delle acque di balneazione non deve destare preoccupazioni”.