Una delibera della giunta regionale del 24 gennaio scorso non ancora pubblicata perchè in attesa del parere della quarta Commissione consiliare; definizione dei tetti di spesa in corso d’opera, creando seri problemi alle strutture convenzionate.
Sono queste alcune delle contestazione del presidente di Cicas Sanità Privata, Michele Cannizzaro (nella foto di copertina alla sinistra del presidente Bradascio), nel corso dell’audizione dinanzi alla quarta Commissione consiliare della Regione.
La delibera alla quale Cannizzaro ha fatto riferimento proroga provvisoriamente i tetti di spesa fissati per il 2016, che di per sè crea problemi in quanto il provvedimento “ha tenuto quale punto di riferimento la sola storicità, senza porre al centro del sistema il cittadino con le sue esigenze ed il diritto alla salute, nonché il problema delle liste di attesa, badando semplicemente ai numeri ed ai soldi”.
Nel fare riferimento a quanto verificatosi in questi anni, Cannizzaro ha affermato che “l’atteggiamento della Regione, nel corso degli anni, non è stato consono e legittimo, essendo venuta meno all’obbligo di udire le parti associative nel corso delle successive concertazioni”.
Cannizzaro ha parlato di “politica del doppio binario in merito al trattamento tariffario diversificato circa gli articoli 25, che pure ha conosciuto degli adeguamenti, e articolo 26 che ha visto talvolta il raddoppio delle tariffe, pur in presenza di prestazioni simili” e sottolineato “la necessità di rivedere le linee guida non più attuali, non tenendo quale punto di riferimento la sola storicità, senza porre al centro del sistema il cittadino con le sue esigenze ed il diritto alla salute, nonché il problema delle liste di attesa, badando semplicemente ai numeri ed ai soldi”.
“Le osservazioni, quindi – ha aggiunto Cannizzaro – attengono al modus operandi che la Giunta regionale e questa Commissione hanno tenuto negli ultimi tre anni.
In primo luogo deve rilevarsi la tempistica che ormai regolarmente caratterizza l’adozione dei provvedimenti in materia di assegnazione dei tetti di spesa; senza entrare nei limiti giuridici dettati dall’adunanza plenaria del Consiglio di Stato in materia di retroattività dei provvedimenti di assegnazione dei tetti, dal punto di vista aziendale arrivare come si è arrivati a giugno senza ancora conoscere le determinazioni per l’anno in corso rende praticamente impossibile organizzare in maniera corretta l’attività di impresa di ciascuna struttura.
Ciò non lede solamente gli interessi aziendali degli imprenditori del settore, ma porta ad un fisiologico abbassamento degli standard qualitativi del servizio reso e questo penalizza esclusivamente il sacrosanto diritto alla salute dei cittadini lucani”.
“Oggi – ha specificato il Presidente di Cicas – sono qui a rappresentare la più grossa azienda in termini di fatturato, sto interagendo con questa Commissione in qualità di rappresentante di circa 14 strutture e del 75 per cento del fatturato regionale, su una delibera che so esistere perché richiamata in un provvedimento dell’Azienda sanitaria, ma che non è mai stata pubblicata e che è all’esame di questo organismo da almeno 5 mesi. Chiedo, pertanto, per oggi e per il futuro – ha detto Cannizzaro – di voler essere più solerti nell’espletare il compito assegnatovi dalla Statuto nel rispetto delle centinaia di famiglie che vivono grazie al lavoro nel settore sanitario ed ai pazienti che hanno diritto ad un’assistenza sanitaria migliore anche in considerazione delle gravi lacune della sanità pubblica”.
“Nel 2015 – ha ricordato Cannizzaro – si è modificato il criterio di assegnazione dei tetti in modo del tutto discrezionale e ad anno ormai concluso (31 dicembre), togliendo ad alcuni per dare ad altri senza alcuna giustificazione. La spesa sanitaria del 2015 per le prestazioni di specialistica ambulatoriale ex articolo 25 è rimasta esattamente quella del 2014, ovvero 25.750.000 euro circa, ovvero il consuntivo 2011 meno il 2 per cento. Fatto 100 il consuntivo 2011, la riduzione del 2 per cento applicata per il 2014 è uguale a quella del 2015, ovvero il tetto è sempre 98. A dimostrazione della mancanza di una prospettiva e di un’idea di sanità a lunga durata non vi è più traccia dei criteri del 2015; si introduce, invece, il cosiddetto ‘Tetto di competitività’.
Purtroppo, ancora una volta, – ha denunciato Cannizzaro – le delibere sono state adottate alla fine dell’anno, ad onor del vero nel 2016 è andata meglio, le delibere sono state adottate tra agosto ed ottobre, ma i contratti sono stati sottoscritti nuovamente alla fine di dicembre. Fermo restante che gli atti relativi agli anni 2015 e 2016 sono al momento sub judice. Non è questa la sede per discutere della loro illegittimità – ha rimarcato Cannizzaro – proprio l’imminenza della decisione del Tar suggerirebbe (come già sarebbe dovuto avvenire per il 2016) di fermare questa compulsiva, confusa e approssimativa attività deliberativa per l’anno in corso e – ha concluso il presidente del Cicas – di rimandare tutto al prossimo anno, magari all’inizio, quando si presume che il Tar si sia pronunciato, in positivo o in negativo che sia”.
Hanno preso parte ai lavori della quarta Commissione il presidente Luigi Bradascio (Pp) e i consiglieri Giovanni Perrino (M5s), Giannino Romaniello e Aurelio Pace (Gm), Michele Napoli (Pdl-Fi), Gianni Lacorazza, Mario Polese e Achille Spada (Pd).