“Sabato 3 giugno a Potenza ci saranno due piazze: in una l’orgoglio, nell’altra la preghiera, in una gli arcobaleni, nell’altra l’azzurro del manto della Madonna, in una il chiasso, nell’altra il silenzio. Con la mia famiglia e col Popolo della Famiglia abbiamo scelto in quale piazza stare”.
E’ quanto si legge in una nota a firma di Valeria Giorgio in Fasulo del Popolo della Famiglia.
“Riteniamo – prosegue l’esponente del Popolo della Famiglia – che nell’attuale panorama sociale, politico e culturale quelle da difendere siano le famiglie. Discriminate da leggi, sentenze, informazione, ci troviamo ad affrontare quotidianamente attacchi proditori al nostro essere mamme, papà, figli. Dietro il neologismo ‘omofobia’, dietro presunte ghettizzazioni, dietro pseudo emarginazioni, anche affermare che un bambino ha diritto ad avere una mamma e un papà è descritto come una prevaricazione. Sarebbe bello che a pregare in largo Pignatari (o largo Duomo) a Potenza potessero esserci anche tante persone che vivono la propria condizione di omosessualità senza pretendere di imporre niente a nessuno, senza rivendicare diritti che in realtà la Costituzione garantisce, senza ostentare il proprio orientamento sessuale come una cosa della quale vantarsi. Politicamente riteniamo sia finito il tempo del cerchiobottismo, del tirare a campare, del dire e fare tutto e il contrario di tutto. Il 3 giugno in Basilicata le persone chiamate a rappresentarci nelle Istituzioni dovranno scegliere in quale piazza andare. Il non decidere, il chiamarsi fuori o, peggio, l’ignavia di essere presenti a entrambe le manifestazioni alla fine presenterà il conto. Dietro la confusione voluta tra uno Stato che è laico e che si vorrebbe ateo, dietro una pretesa neutralità nei confronti dei temi sensibili, dietro una mediazione che invece è compromesso, non ci si può più nascondere. In una città, in una provincia e in una regione nelle quali le culle sono sempre più vuote, l’acquisto dei biglietti è di sola andata, si contano sempre più anziani, poveri, disoccupati, onestamente più che sfilate verso una presunta modernità, riteniamo ci sia la necessità di recuperare le nostre radici, di riscoprire le nostre origini, di guardare alla comune appartenenza di un popolo, quello lucano, che fa da sempre dell’accoglienza, della solidarietà, dell’inclusione, non vuoti slogan, vacui manifesti, inutili striscioni, ma l’essenza del proprio vivere quotidiano. Come per l’aborto e per l’eutanasia non si può essere a favore della vita e accettare che venga soppressa nel grembo materno o nel letto di un’ospedale, fosse pure per legge, così per la famiglia non la si può difendere e lasciare che sia equiparata ad altri tipi di unione o, ancor peggio, che la maternità venga contrabbandata come qualcosa da poter mercanteggiare per soddisfare il desiderio di qualche ricco”.
“Ringraziamo alcuni gruppi cattolici per aver animato, con Rosari recitati nelle piazze cittadine, il percorso che ha condotto la Chiesa locale dal centenario delle apparizioni mariane di Fatima alla Pentecoste. Con la mia e le famiglie che vorranno essere sabato prossimo in largo Pignatari (o largo Duomo) e poi in Cattedrale per l’Eucarestia e la veglia di Pentecoste presieduta dallArcivescovo, sarò lieta di poter vivere comunitariamente un momento di riflessione, convinta che la preghiera possa, più di tutto il resto, aiutare a superare ogni divisione”, conclude Valeria Giorgio in Fasulo.