“Saremo sempre contrari alla localizzazione in Basilicata: lo abbiamo già detto e ripetuto tante volte. Su questo non ci sono dubbi”.
E’ quanto ha affermato il Presidente della Giunta Regionale, Marcello Pittella, in occasione del tavolo della Trasparenza, riunitosi a Potenza per una verifica delle procedure di dismissione e messa in sicurezza dell’Itrec, l’impianto nucleare di trattamento e di rifabbricazione di elementi di combustione, situato nel Centro di ricerche Enea-Trisaia di Rotondella.
In merito al lavoro che la Sogin sta effettuando, Pittella ne ha riconosciuto la validità “grazie anche alla convenzione sottoscritta con Regione Basilicata e Arpab. Ma vorrei ringraziare – ha aggiunto – anche l’Ispra, per il percorso di proficua collaborazione, inaugurato grazie all’intesa raggiunta con il Ministro all’Ambiente, Gian Luca Galletti, che sta dando risultati positivi non soltanto sul Cova di Viggiano, ma anche nello studio e nel monitoraggio di altre situazioni di particolare interesse e delicatezza per il nostro territorio.
Il contributo scientifico dell’Ispra riesce tra l’altro a conferire alle istituzioni e ai cittadini lucani maggiore tranquillità e certezza della interlocuzione”.
Nel sito Itrec di Rotondella, in base a quanto spiegato da Sogin nel corso dell’incontro, i principali progetti in corso riguardano “la sistemazione a secco del combustibile Elk-River; la bonifica della fossa 7.1; la realizzazione dell’impianto di cementazione del “prodotto finito” con l’annesso deposito temporaneo; la bonifica nell’ambito del progetto “Siris” di un locale per la sistemazione e il trattamento dei rifiuti radioattivi solidi pregressi”. Il tutto, realizzato in modo da evitare contaminazioni nel terreno e nella componente marina e garantire così la sicurezza e la salute delle comunità dell’area.
La programmazione attuale prevede la fine del “decommissioning” dell’Itrec fra il 2028 e il 2032 con il raggiungimento del “brown field” (quando cioè tutte le strutture sono smantellate e i rifiuti radioattivi sono condizionati e stoccati nei depositi temporanei del sito, pronti per essere trasferiti al Deposito Nazionale).
Con la disponibilità del Deposito Nazionale i rifiuti radioattivi verranno trasferiti e il sito verrà riportato allo stato di “green field” (ovvero a una condizione priva di vincoli radiologici che consentirà il suo riutilizzo).
A garanzia della sostenibilità ambientale, tutti gli interventi sono progettati, realizzati e monitorati da Sogin in modo da non produrre alcun impatto, sia radiologico sia convenzionale, sull’ambiente.
Per quanto riguarda i valori anomali riscontrati nelle acque di falda superficiale soggiacente il sito, è in corso il piano di caratterizzazione per poter poi redigere l’analisi di rischio.
Sogin in ogni caso ha ribadito che “l’origine della contaminazione è esterna al sito Itrec di Rotondella”.
Oltre a Marcello Pittella che ha presieduto il Tavolo della Trasparenza, erano presenti l’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono, il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Carmen Santoro, il direttore generale dell’Arpab, Edmondo Iannicelli.
Per Sogin – la società di Stato incaricata del “decommissioning” (il complesso delle operazioni di decontaminazione, smontaggio e rimozione delle strutture e delle componenti di un impianto nucleare al termine del proprio ciclo produttivo) – erano presenti Ivo Velletrani, Edoardo Petagna, Emanuele Fontani e Fabio Chiaravalli.
Hanno partecipato anche i rappresentanti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), sindacati, parti datoriali, il sindaco di Rotondella, Vito Agresti, il consigliere regionale Giovanni Perrino, amministratori ed associazioni ambientaliste del territorio interessato.