L’Azienda Sanitaria di Potenza attraverso i Consultori Familiari pubblica la guida “Conosci e vieni in Consultorio” realizzato insieme alla Cooperativa di promozione sociale Pegaso.
“Il Consultorio Familiare, riqualificato nella tipologia e nella qualità dell’offerta attiva di servizi, è un punto di forza – si precisa in una nota dell’ufficio stampa dell’Asp – per la promozione della salute e della prevenzione sul territorio. Da sempre una delle specificità dei servizi consultoriali è la presa in carico della persona singola e del nucleo familiare con l’assunzione delle problematiche del disagio sociale-psicologico e sanitario nel senso più ampio.
Tra gli elementi più significativi di questi ultimi anni è l’apertura del consultorio alle nuove problematiche dei fenomeni sociali e culturali legati al fenomeno migratorio. Molte richieste di aiuto provengono da donne immigrate che mettono insieme, nella loro condizione spesso difficile dal punto di vista economico, una condizione sanitaria, relazionale e affettiva molto problematica.
I motivi per i quali le donne straniere si rivolgono ai consultori riguardano in primo luogo gli aspetti della salute riproduttiva, ovvero la gravidanza, il parto, l’interruzione di gravidanza e la contraccezione. Tutto ciò obbliga a nuove programmazioni per assicurare assistenza adeguata a donne portatrici di istanze complesse e diversificate che necessitano di risposte a quelli che vengono posti come bisogni di salute globali.
Le nuove sfide che si profilano per i servizi consultoriali si fondano sulla capacità di rimodularsi in funzione di un’utenza che cambia nel tempo, ponendosi non più come semplici fornitori di prestazioni, ma come agenti capaci di offerta attiva di servizi orientati alla prevenzione e all’educazione alla salute.
Il progetto “CONOSCI E VIENI IN CONSULTORIO” (scaricabile dal sito www.aspbasilicata.it) prevede una serie di interventi rivolti alle migranti, e non solo, finalizzati alla promozione della salute intesa come salute riproduttiva e alla riduzione del ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) poiché anche nel nostro territorio è tra le giovani donne straniere che si registra un aumento del ricorso a tale procedura.
I motivi che concorrono alla richiesta di IVG nelle donne immigrate sono molteplici: problemi di ordine pratico e di lavoro, scarse conoscenze della fisiologia riproduttiva, diversi metodi contraccettivi e diverso modo di utilizzarli nel loro paese di provenienza, concezione della coppia e dei ruoli di tipo tradizionale in cui è l’uomo che si “occupa” della sessualità e della contraccezione, difficili relazioni con il partner, il vuoto dovuto alla lontananza della famiglia e mancanza della famiglia allargata che può collaborare all’accudimento dei figli.
Le azioni del progetto
a) Realizzazione di opuscolo informativo multilingue ( italiano, inglese, francese, rumeno) dedicato alle seguenti problematiche: il consultorio familiare, la contraccezione, l’interruzione di gravidanza, la prevenzione oncologica
b) Percorso formativo aperto ai rappresentanti delle associazioni di migranti e di cooperative che lavorano con i migranti presenti sul territorio aziendale per la promozione dell’offerta attiva di servizi in vasta area: incontri periodici per lo scambio di esperienze e competenze, condivisione di strumenti e identificazione di buone prassi per la promozione della salute delle donne straniere
c) Monitoraggio e vigilanza sul piano della rilevazione dei dati relativamente ai bisogni di salute delle migranti
d) Utilizzo di metodi partecipativi che favoriscano l’inclusione dei migranti all’interno delle progettualità relative ai bisogni di salute della popolazione.
Un ruolo importante per la buona riuscita del progetto nelle sue diverse fasi è la figura del mediatore culturale e linguistico come “facilitatore” della comunicazione sia dal punto di vista linguistico che culturale, al fine di evitare fraintendimenti ed incomprensioni, nel rispetto della peculiarità antropologico-sociale. Il mediatore si configura come risorsa sia per la persona che ha la possibilità di esprimersi e trasmettere il proprio vissuto e la propria storia, sia per il servizio che può mettere in atto interventi in grado di rispondere alle sue esigenze”.