“Sono molti ancora i nodi da sciogliere e molte sono le ombre che si allungano a seguito delle numerose dichiarazioni di Eni in relazione alla fuoriuscita di petrolio dal Cova di Viggiano”.
Lo affermano i consiglieri regionali del M5s Gianni Leggieri e Gianni Perrino che comunicano anche di aver presentato, insieme al parlamentare europeo Piernicola Pedicini , un atto di esposto e di contestuale denuncia-querela presso la Procura di Potenza.
“Ci volevano le immagini dell’audizione di Eni in Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti – continuano – per venire a conoscenza di ulteriori sconvolgenti particolari sul colabrodo di Eni a Viggiano.
Eni, oltre a fare l’elenco dei sacrosanti compitini per riparare in qualche modo il disastro in atto, ha ammesso implicitamente di non essere in grado di escludere che vi siano stati altri incidenti in passato.
“Fa rabbrividire – aggiungono Leggieri e Perrino – l’approssimazione con cui Eni pare aver affrontato la situazione: quello che doveva essere un impianto all’avanguardia con i massimi standard tecnologici, si rivela essere un catorcio quasi al limite dell’obsolescenza.
Se a questo si aggiunge lo scandalo dello smaltimento illecito dei rifiuti al centro Eni di Viggiano emerso ad aprile 2016 con Trivellopoli, e su cui continua ad indagare la procura della Repubblica del capoluogo lucano, il quadro tragico è proprio completo. Queste sono solo alcune delle incongruenze emerse da un anno a questa parte”.
“Lo abbiamo ribadito svariate volte e lo facciamo ancora – concludono Leggieri e Perrini – l’Eni non deve più proseguire con le sue attività in val d’Agri. L’unica road map possibile è quella della bonifica totale dell’area e della chiusura definitiva del Centro Oli.
Intanto è necessario che nessuno provi a ridimensionare quanto accaduto: non ci bastano le parole rassicuranti di Pittella o chi per lui, né le auto-assoluzioni di Eni”.