Inizierà domani l’ispezione straordinaria al Centro olio di Viggiano decisa a conclusione dell’incontro tecnico svoltosi al Ministero dell’Ambiente. A farlo saranno i tecnici dell’Arpab e dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). L’Eni, sempre a livello ministeriale, ha assicurato la piena disponibilità.
Si dovranno verificare le conseguenze dello sversamento di 400 tonnellate di greggio dai serbatoi del Cova.
I tecnici effettueranno ispezioni sia all’interno del Centro olio che nelle zone circostanti. Probabilmente i controlli saranno estesi anche ai corsi d’acqua, sebbene i dati pubblicati dall’Arpab dopo tutta una serie di verifiche escluderebbero inquinamento.
Come si ricorderà, lo sversamento fu casualmente scoperto solo a gennaio in seguito alla fuoriuscita di idrocarburi da un tombino (messo sotto sequestro dal Noe) dell’impianto di depurazione dell’Asi. A causarlo fu la perdita da un serbatoio degli impianti privo di doppio fondo.
Nell’incontro tecnico al Ministero dell’Ambiente, i responsabili di Eni hanno ammesso invece che lo sversamento si sarebbe verificato sin da giugno del 2016 e che sarebbero stati dispersi nelle aree circostanti il Cova 400 tonnellate di greggio senza che nessuno se ne fosse accorto.
La Regione ha disposto la chiusura degli impianti e l’Eni ha iniziato la bonifica, i risultati della quale dovranno essere verificati dagli esperti durante le verifiche che inizieranno da domani.
Intanto, c’è chi a giusta ragione parla di disastro ambientale e di presa in giro da parte dell’Eni nei confronti di enti locali, Regione e soprattutto dei cittadini.
Lo hanno ribadito in un recente incontro svoltosi a Grumento Nova su iniziativa dell’amministrazione Comunale, nel corso del quale si è affermato che diventa difficile aver fiducia dell’Eni nel momento in cui si è continuato a dichiarare che era tutto regolare e non c’erano problemi quando poi si è scoperto che ettari di terreno sarebbero stati interessati da uno sversamento dalle dimensioni preoccupanti.
Critiche sono state rivolte allo stesso amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi dopo le dichiarazioni secondo le quali sarebbero messo in giro false notizie per danneggiare l’immagine della multinazionale anche in riferimento all’incidenza del petrolio sui casi di tumore. Dichiarazioni che hanno ancor più indispettito l’opinione pubblica.