L’Università della Basilicata, negli ultimi anni, ha intrapreso e rafforzato un percorso di sostegno e di assistenza in favore degli iscritti disabili, attraverso il Servizio Disabilità dell’Ateneo lucano che, con i progetti di tutoraggio, le aule e le attrezzature multimediali specifiche, e il supporto alla didattica, ha come obiettivo quello di garantire pari opportunità a ogni iscritto.
Negli ultimi anni, questo impegno ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui recentemente una menzione speciale, nell’ambito del premio “Tomaso Viglione”, per le attività svolte da due studenti-tutor – Giovanni Spinola e Jonathan Petrino, accanto alla Prorettrice alla Disabilità, Paola D’Antonio – in favore di un loro collega disabile, Francesco Di Chiara (iscritto al corso di laurea in Tecnologie Agrarie) e raccontate in un breve cortometraggio amatoriale di 5 minuti dal titolo “Integrazione…non diversa università”.
Nell’Unibas è infatti attivo il servizio di tutorato per studenti con disabilità, che vengono affiancati da studenti senior selezionati in base alla compatibilità con i percorsi di studio. L’assistenza comprende anche il percorso verso le prove d’esame e d’ingresso, il reperimento del materiale didattico e le pratiche burocratiche.
Il servizio di tutorato è attivo anche per studenti affetti da disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa). L’Ateneo è dotato di un’aula multimediale, il “Giardino della Speranza”, con 20 postazioni informatiche, studiate per essere utilizzate dai disabili, con software specifici e un’ampia dotazione di apparecchiature dedicate a non vedenti, ipovedenti, sordi e a persone con disabilità motorie.
L’Università dispone di lavagne interattive (utilizzabili anche con touch screen), tastiere “Big Keys” (con particolari tasti e mouse), video ingranditori (per facilitare la lettura dei testi), videocamera digitali e registratori vocali digitali con “Software Magic” (per ingrandire qualsiasi applicazione a schermo fino a 36x), un “Topaz desktop video magnifier”, (video ingranditore a colori da tavolo). Sono state anche messe in campo iniziative per studenti meritevoli affetti da gravi patologie.
I due giovani tutor premiati che hanno partecipato al progetto si sono occupati del loro collega iscritto al primo anno del corso di Laurea in Tecnologie Agrarie (proseguendo il sostegno anche al secondo anno accademico) per la preparazione e l’organizzazione degli esami, per la presenza ai corsi e alle esercitazioni, e “sopratutto – hanno spiegato i due tutor senior dell’Unibas – per favorire una sua maggiore integrazione nel mondo universitario, intensificando alcune semplici attività quali l’andare a mensa, in biblioteca e prendere parte ad alcune manifestazioni organizzate dagli studenti”, come ad esempio la proiezione nel Campus di Potenza delle partite degli Europei di calcio dello scorso anno.
Al termine del periodo di tutoraggio, i due studenti hanno montato un piccolo video, in modo amatoriale e con i loro cellulari (per illustrare prima di tutto le emozioni di un viaggio e di un’esperienza) che ha poi ricevuto la menzione speciale del premio “Viglione”, organizzato dal Centro di riabilitazione dei Padri Trinitari, a Venosa (Potenza), poiché “il cortometraggio – è scritto nella motivazione – testimonia concretamente un efficace messaggio d’inclusione vissuto nella quotidianità dei ragazzi, studenti universitari. La condivisione di ogni momento della giornata vissuto insieme ha facilitato a tutti il meritato traguardo della laurea”.
Una narrazione “viva e spontanea” quindi che si aggiunge al video ufficiale realizzato dal Servizio Disabilità (circa 26 minuti, sintetizzato anche in un “mini spot” di poco più di un minuto) dal titolo “Unibas alla inclusive”, proiettato anche alla Mostra del Cinema di Venezia per diffondere non solo ciò che l’Ateneo mette a disposizione dei disabili, ma soprattutto lo spirito e il valore dell’inclusione.
Accanto alla narrazione delle attività, infatti, le immagini “contengono un messaggio chiaro. “Tutti – ha detto la Prorettrice alla Disabilità, Paola D’Antonio – possono farcela, e tutte le barriere sono abbattibili. Non solo nelle aule, ma fuori dal campus: è un messaggio alle future matricole, ma soprattutto alle loro famiglie”.