Si intitola “Urli e risvegli” l’ultima opera di Nicola Ragone, regista lucano, nato a Tricarico, vincitore nel 2015 del Nastro d’Argento con il cortometraggio “Sonderkommando”. Il documentario, interamente girato in Basilicata, è stato presentato il 27 aprile scorso, in prima nazionale, durante il Bif&st, il festival internazionale del cinema di Bari.
Ragone, per la prima volta in veste di documentarista, racconta la storia di Carmine Donnola, un “uomo barbuto e silenzioso, con gli occhi vispi e pieni di vita vissuta”.
Il protagonista ha circa sessant’anni e vive nel suo paese di origine, Grassano, dove fa il bidello in una scuola media anche se il suo sogno era quello di diventare un attore. Il passato di Carmine è stato caratterizzato da una lunga dipendenza dalla “bottiglia”, problema che ha superato grazie alla poesia: “un vernacolo grezzo e rugoso che nutre ancora oggi nel suo cammino errante”.
Abbiamo incontrato Nicola Ragone a cui abbiamo chiesto come è nata l’idea di raccontare, attraverso un documentario, la storia del poeta-bidello e quali progetti abbia nel cassetto.