Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Matera, Angela Rosa Nettis, ha rinviato a giudizio il Presidente della Provincia di Matera Francesco De Giacomo e il capo di Gabinetto dell’Ente, Carmine Lisanti, con l’accusa di concorso in abuso di ufficio.
A riportare la notizia è il Quotidiano della Basilicata. Il procedimento era partito da un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Matera da Ottavio Sammartino, attivista policorese del Movimento “Policoro è tua”.
Il provvedimento contestato a De Giacomo è quello del 30 dicembre 2014, relativo al decreto con cui nominò il suo capo di gabinetto, l’avvocato Carmine Lisanti, con un ruolo dirigenziale che prevede 90 mila euro di stipendio lordo all’anno. La decisione, che arrivava pochi mesi dopo la decisione del Ministro Del Rio di avviare la riforma delle Province, scatenò una polemica politica e ci fu persino un’interrogazione parlamentare del senatore lucano Vito Rosario Petrocelli del Movimento 5 Stelle.
Secondo l’accusa di Frammartino, De Giacomo, in concorso con il capo di gabinetto, avrebbe violato leggi e regolamenti, considerato che per la nomina del capo di Gabinetto non fu indetto in bando di avviso pubblico, nè fu esperita alcuna procedura amministrativa interna tra i dipendenti. Sarebbe stato violato l’articolo 12 del Regolamento dell’organizzazione dei servizi e uffici, approvato con deliberazione di giunta provinciale n. 47 del 2011, modificato con deliberazione di giunta provinciale n. 56 del 2013.
L’articolo 12 prevede infatti che per formare l’ufficio di Gabinetto e lo staff operativo, di cui il presidente della Provincia può disporre, occorre prioritariamente ricorrere al personale interno. Secondo l’accusa, tra il personale della Provincia esistevano ed esistono ancora oggi figure con requisiti e titoli idonei a ricoprire gli incarichi sopra citati.
De Giacomo e Lisanti avrebbero violato anche la circolare n.5 del 29 gennaio 2015, emanata dal Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione per la parte che riportiamo di seguito: “Alle Province è preclusa in modo assoluto, per le finalità di contenimento della spesa derivanti principalmente derivanti dalla misura di cui al comma 418, la possibilità di attivare nuovi rapporti di lavoro (…), ne deriva che, per supportare il Presidente della Provincia nell’esercizio delle funzioni di indirizzo e di controllo attribuite dalla legge lo stesso può ricorrere esclusivamente ai dipendenti di ruolo dell’ente senza maggiori oneri. In nessun caso invece è consentito assumere collaboratori con contratto a tempo determinato.
De Giacomo si è sempre difeso ricordando che appariva necessario conferire un incarico di capo del Gabinetto ad un soggetto esterno altamente qualificato, non essendo possibile ricorrere al già insufficiente personale direttivo e dirigenziale in servizio presso l’ente.
In base a quando deciso dal gip evidentemente la Magistratura ha ritenuto, per il momento, valida la tesi accusatoria.
Frammartino ha già annunciato che si costituirà parte civile nel procedimento che si terrà il prossimo 12 luglio al Tribunale di Matera in composizione collegiale e chiama in causa anche il segretario generale Marazzo, che ha l’obbligo per legge di controllare la legittimità degli atti amministrativi. Marazzo fu formalmente interessato al caso con una richiesta di ritiro in autotutela che non ebbe mai seguito.
Fonte: SassiLive