Martedì 18 aprile si è tenuto un incontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, dopo la decisione della Giunta Regionale della Basilicata di sospendere le attività del Centro Olio Val d’Agri.
Nel corso dell’incontro, Descalzi aveva comunicato l’avvio della procedura di sospensione delle attività del CoVA “in via cautelativa e proattiva”, in attesa di ricevere formalmente la comunicazione del provvedimento della Regione, giunto ieri, mercoledì 19 aprile. L’a.d. ha inoltre informato il ministro Calenda che le prescrizioni emanate dalla Regione Basilicata per la messa in sicurezza (consistenti nella disposizione di barriere idrauliche sul lato sud del Centro Olio ed esterne), “sono state tutte adempiute”.
“L’Eni, inoltre – ha proseguito Descalzi – sta realizzando il doppio fondo nei tre serbatoi esistenti che non ne sono ancora dotati, il primo dei quali sarà completato entro la fine di Maggio, in modo da disporre di una migliore protezione del suolo ed il relativo monitoraggio ambientale dei serbatoi”.
Intanto è previsto per domani l’arrivo dalla Sardegna di un particolare macchinario per la pulizia e la depurazione delle acque contaminate.
Gli uffici tecnici del Ministero – come riportato nella nota del Mise – hanno effettuato rilievi specifici volti ad accertare l’entità della contaminazione, a individuarne l’origine e a verificare le misure di messa in sicurezza e monitoraggio adottate, a rilevare eventuali effetti negativi sulla sicurezza del luogo di lavoro, dell’esercizio degli impianti e sulle maestranze addette”.
Nella nota si legge anche che “attualmente non sono emerse criticità circa la sicurezza dell’impianto. Tali ispezioni proseguiranno e saranno effettuate anche nell’arco di questa settimana, fermo restando la competenza dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPAB) sulle aree esterne al CoVA”. “Da quanto finora accertato sul posto e dalle informazioni fornite dalla società titolare – prosegue la nota – è emerso che la dispersione degli idrocarburi liquidi è ascrivibile a una non perfetta tenuta del fondo di uno dei quattro serbatoi dedicati allo stoccaggio dell’olio, che è stato da tempo svuotato”.
Il ministero, infine, attraverso i citati uffici tecnici e i propri laboratori chimici, e il ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, attraverso l’ISPRA, “forniranno ogni necessario supporto e cooperazione alla Regione per coadiuvare l’ARPAB nelle sue specifiche competenze in materia”.