L’editoriale di Nino Cutro
Sono tornati a protestare davanti alla sede della Giunta regionale gli studenti (leggi articolo). Chiedono di sapere la verità. Sul Pertuslillo e non solo. Dopo lo sversamento di idrocarburi da un serbatoio del Centro Olio con il conseguente inquinamento di condotte, dopo la colorazione marrone dell’acqua del Pertusillo è scattato nuovamente l’allarme. La questione ambientale è tornata di stretta attualità e i rapporti tra Eni e Regione si sono, come dire?, incrinati. Il Governo regionale è arrivato finanche a fare delle prescrizioni per evitare il rischio di una nuova fuoriuscita di idrocarburi dai serbatoi del Cova.
Il Tar di Basilicata, al quale l’Eni ha fatto ricorso, ha sospeso l’efficacia delle note della Regione. I giudici amministrativi hanno ritenuto valida la tesi della multinazionale, secondo la quale il non poter utilizzare altri serbatoi, la tenuta dei quali era stata verificata, avrebbe compromesso l’attività estrattiva al rischio di sospenderla.
La Regione ne ha preso atto ma sia il Presidente Pittella che l’assessore all’ambiente Francesco Pietrantuono non demordono e in attesa che il Tar entri nel merito del provvedimento per decidere se fare o meno ricorso al Consiglio di Stato, sollecitano l’Eni a garantire sicurezza dentro e fuori il Cova.
Un ulteriore conferma della posizione netta del Governo regionale sulle questioni ambientali si è avuta dalla mancata approvazione da parte della Conferenza di Servizi del Piano di Caratterizzazione che l’Eni ha presentato. E’ stato ritenuto carente soprattutto per quanto riguarda proprio la sicurezza.
L’assessore regionale Pietrantuono è stato molto chiaro: “Abbiamo chiesto ulteriori integrazioni, con dati e rilevamenti che vadano oltre lo sversamento e la contaminazione accertata e che forniscano una fotografia attendibile di ciò che è accaduto in tutta la zona, rispetto anche alla eventualità di un non ottimale funzionamento degli altri serbatoi.
Il perimetro su cui indagare, a nostro avviso – ha proseguito l’assessore Pietrantuono – deve estendersi ai bacini del fiume Agri a Sud e del torrente Casale ad Est. Il nostro intento – ha detto ancora – è anche quello di avere un quadro chiaro, preciso e completo di tutti i dati relativi alle acque sotterranee.
Nel giro di una settimana – ha aggiunto l’assessore Pietrantuono – avremo un aggiornamento completo ed utile su una vicenda delicata, che servirà a dare tranquillità alla popolazione”.
La posizione assunta alla Regione per la questione Cova e la decisione della Giunta regionale di dire no a due nuovi permessi di ricerca della Shell sono un segnale forte all’opinione pubblica di un ente che ha scelto quale obiettivo prioritario la tutela ambientale: fatti non parole!