L’Istituto Reumatologico Lucano, diretto dal prof. Ignazio Olivieri, può disporre da ieri di cinque giovani ricercatori che hanno firmato i relativi contratti.
“Un segnale di speranza che come Basilicata diamo ai giovani”, ha detto il Presidente della Giunta Regionale, Marcello Pittella, il quale ha confermato che “la Regione ha deciso di continuare a investire nell’IREL, Istituto Reumatologico Lucano, e in Olivieri perché la Basilicata è competitiva sul fronte della ricerca e anche grazie a questi asset abbiamo potuto riconquistare la posizione di regione benchmark in sanità”.
Il ruolo strategico dell’Irel è stato confermato, semmai ce ne fosse stato bisogno, dal rapporto “La Reumatologia in Basilicata: report 2016 e obiettivi 2017”, presentato in un convegno a Potenza. Dai dati si rileva che il Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata, diretto dal Professor Ignazio Olivieri, è infatti un centro all’avanguardia per diagnosi, cura e ricerca delle malattie reumatiche, confermandosi punto di riferimento regionale e interregionale e sede di attrazione delle migliori professionalità della ricerca italiana, compresi coloro che in passato hanno scelto di lavorare e fare ricerca in altri Paesi.
“La reumatologia lucana – ha detto, a riguardo, il Direttore Generale del San Carlo, Rocco Maglietta – fa scuola da diversi anni e continuerà a farla; ne è testimonianza il recente inserimento del nostro Dipartimento nella rete di riferimento europea per le malattie rare. Un prestigioso riconoscimento – ha aggiunto Maglietta – che mette in evidenza la professionalità, la strategicità e il ruolo svolto dall’Unità Operativa, guidata dal Professor Ignazio Olivieri, in tutto il Mezzogiorno”.
“Ricerca e innovazione sono un elemento molto importante per la crescita dell’intero sistema sanitario del Paese. Solo attraverso la ricerca ed il mantenimento di un elevato profilo scientifico – ha detto il prof. Ignazio Olivieri – possiamo perfezionare l’assistenza ai pazienti, che si traduce nell’utilizzo di cure d’avanguardia. In un periodo di drammatica fuga di cervelli, abbiamo scelto cinque giovani talenti meridionali, due campani, tre lucani, in maggioranza donne, di cui una di ritorno a Potenza dopo un’esperienza in Inghilterra, che ci permetteranno di rafforzare una struttura già da anni impegnata nella ricerca clinica. Dei cinque ricercatori, tre clinici – precisa il prof. Olivieri – si occuperanno di Malattia di Behçet e di sclerosi sistemica; due ricercatori di laboratorio lavoreranno invece sulla Genetica delle Patologie reumatiche e sull’Immunopatologia”.
“Tenendo conto che attualmente il dipartimento non riceve finanziamenti pubblici per la ricerca, siamo assolutamente soddisfatti del bilancio del 2016, che ci colloca ai primi posti della graduatoria nazionale – ha commentato il dott. Salvatore D’Angelo, Dirigente Medico U.O. Reumatologia AOR San Carlo – Il nostro obiettivo per il 2017 è da un lato incrementare l’attività di ricerca, anche grazie all’assunzione dei cinque nuovi ricercatori, e dall’altro ottenere finalmente il riconoscimento di IRCCS”.
Alla presentazione del rapporto, oltre al Presidente Pittella, sono intervenuti il sottosegretario Vito de Filippo, il presidente del Consiglio regionale Franco Mollica, il direttore generale del Dipartimento Salute dalla Regione, Vito Pafundi, i direttori generali dell’Ircs di Rionero, Giuseppe Cugno, e dell’Asm, Piero Quinto.
La storia del Dipartimento di Reumatologia dell’Ospedale San Carlo di Potenza
Nato alla fine degli anni ’90, il Dipartimento di Reumatologia, con le due strutture ospedaliere di riferimento (Ospedale San Carlo di Potenza e Ospedale Madonna delle Grazie di Matera), rappresenta un esempio di eccellenza dell’assistenza sanitaria nel trattamento di malattie reumatiche croniche come l’artrite reumatoide, le spondiloartriti, la malattia di Behçet e la sclerosi sistemica, non solo per pazienti lucani, ma anche provenienti da altre regioni.
Sul totale delle prestazioni ambulatoriali effettuate nel 2016 dalla struttura (oltre 17.500), cresce la percentuale di quelle che hanno riguardato pazienti provenienti da altre regioni, in particolare Campania, Calabria e Puglia, ma anche Sicilia, Lazio, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo (34% vs 30% nel 2015).
Il dato extraregionale cresce fino al 58% se si considerano i pazienti ricoverati in regime ordinario (291 in totale nel 2016) principalmente per patologie quali connettiviti (in particolare la sclerosi sistemica), spondiloartriti, artrite reumatoide e malattia di Behçet. I pazienti ricoverati in Day Hospital, invece, sono stati 84 ed hanno riguardato nel 75% dei casi di sclerosi sistemica.
Nel corso del 2016 gli specialisti del Dipartimento hanno prodotto e pubblicato su riviste internazionali 21 articoli scientifici con un Impact Factor pari a 85,90. Tale mole di ricerca scientifica è stata svolta essenzialmente fuori dall’orario lavorativo, dato che la produzione scientifica non è un requisito richiesto dalle strutture ospedaliere.