L’editoriale di Nino Cutro
Tanto si è detto e si è scritto in occasione della giornata della donna. Come sempre accade, tornano i problemi di tutti i giorni: occupazione, violenza, emarginazione. Necessità di riscatto.
Se ne torna a parlare in occasione di una “ricorrenza” che molti rifiutano come tale. E come non dar loro ragione.
La “questione femminile” non può, infatti, esaurirsi in una giornata durante la quale si alternano convegni, manifestazioni, iniziative varie per poi tornare dal giorno dopo al tran tran quotidiano.
In un dibattito a più voci vogliamo offrire una riflessione di chi ha speso e spende la sua vita per tante donne che hanno alle spalle storie difficili, alle quali tende la mano senza se e senza ma. Lo fa soltanto per quell’amore che bisogna avere verso l’altro e che consente di leggere la realtà di oggi con speranza, cercando di far emergere, pur tra tante difficoltà, quanto di bello e di positivo c’è.
E’ suor Liliana, responsabile della casa di accoglienza “Stella del mattino” di Potenza.
“Al di là di tante voci negative – ci dice – c’è nella donna una forza interiore che deriva dall’amore per la vita che ciascuna ha in sé. Amore che consente loro di superare pregiudizi, difficoltà. Tante ci riescono: mamme di famiglie che progettano il proprio futuro per quella forza che Dio ha dato loro di vincere il male. Di far prevalere il bene”.
Suor Liliana lo dice pensando a tante storie vissute in prima persona quando chi ha bussato alla porta di “Stella del Mattino” è stata accolta con amore, accompagnata a rialzarsi, a riprendere il cammino. Non è facile farlo. Ne è consapevole. Come è consapevole che ogni donna ha anche diritto di realizzarsi nel mondo del lavoro, di avere gli stessi diritti degli uomini, lo stesso rispetto, le stesse opportunità.
La società deve dare delle risposte. Non sempre questo accade – ammette suor Liliana – perché spesso rimangono solo promesse.
Nonostante tutti questi problemi, queste difficoltà che ben conosce, suor Liliana è fiduciosa. E’ fiduciosa in quella forza di riscatto che c’è nella donna che le consente di realizzare quel grande progetto che Dio le ha affidato: dare un futuro alla vita.
Suor Liliana ne parla ovviamente sulla base della sua esperienza, della sua scelta di vita che ha fatto ma con la capacità che tutti le riconosciamo di saper leggere la realtà nella quale la donna spesso è vittima. Vittima di violenze anche tra le mura domestiche che subisce in silenzio. Vittima di violenze sul posto di lavoro dove al rispetto si risponde con il sopruso, con l’egoismo.
E’ un motivo in più per porgere la mano a chi ha bisogno, come fanno tante associazioni – alle quali dobbiamo essere tutti grati – nella consapevolezza che la donna non deve essere lasciata sola. Mai. Non solo l’8 marzo.