E’ uno dei passaggi più significativi della relazione del Procuratore Regionale della Corte dei Conti di Basilicata, Luigi Cirillo, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2017: “Anzitutto, va evidenziato che il 2016 ha visto un significativo incremento delle denunzie di danno (essendo stati aperti 655 procedimenti, oltre 150 in più rispetto allo scorso anno); un dato che – anche al netto delle notizie di danno “seriali” ma poste a base di separati procedimenti istruttori – manifesta – ha affermato Cirillo – sia un incremento di disfunzioni nell’attività amministrativa, sia un rinnovato interesse per l’attività di questa Procura“.
Nel precisare che comunque nel 2016 vi è stato un significativo calo delle denunzie pervenute su segnalazioni dell’autorità giudiziaria (da circa 200 degli anni scorsi a 113 nel 2016)1; e che le denunzie di privati cittadini sono spesso prive dei necessari requisiti di specificità e concretezza, oltre ad essere spesso anonime (con tutto ciò che ne consegue in termini di verifica di attendibilità), il Procuratore Regionale della Corte dei Conti di Basilicata, è entrato nello specifico delle indagini condotte.
“In particolare, sono state portate all’esame di questa Procura – ha detto il Procuratore Cirillo – diverse vicende di frodi e di irregolarità nella percezione, nell’utilizzazione e nella destinazione di finanziamenti comunitari e nazionali; vicende che manifestano – oltre all’esistenza di una diffusa tendenza all’appropriazione illegittima di ingenti risorse pubbliche da parte di privati – anche gravi criticità nel sistema generale di gestione e controllo.
Sono altresì all’esame di quest’Ufficio – ha proseguito il Procuratore Cirillo – alcune questioni relative al rispetto dei vincoli di finanza pubblica imposti a vari enti (alcune segnalate dalla Sezione del controllo), nonché una serie di vicende segnalate dalla Autorità Nazionale Anticorruzione o da altre autorità amministrative, relative a varie illegittimità nella gestione degli appalti e del personale, con particolare riferimento a retribuzioni indebite.
Per il Procuratore Regionale della Corte dei Conti di Basilicata da queste vicende emerge un quadro di diffusa elusione, se non di violazione aperta, delle regole tese a garantire l’imparzialità, oltre che l’efficienza e l’economicità, dell’azione amministrativa (in specie le regole sulla scelta dei contraenti e sulla gestione del personale).
Secondo Cirillo, questo è stato certamente facilitato sia dal completo smantellamento di tutti gli organi di controllo sugli atti delle pubbliche amministrazioni locali (e dalla prevalenza delle giunte sui consigli), sia dalle ridotte dimensioni della Regione Basilicata.
In presenza di questo quadro, la Procura della Corte finisce per essere vista dai cittadini come un “frontoffice” cui rivolgersi a difesa della legalità ed economicità dell’azione amministrativa.
Concludendo la sua relazione, il Procuratore Regionale della Corte dei Conti di Basilicata, Luigi Cirillo ha espresso l’auspicio “che il perseguimento della tutela dell’interesse pubblico – in particolare sotto il profilo economico-finanziario – sia faro per vecchi e nuovi amministratori, dirigenti e funzionari operanti nella Pubblica Amministrazione, specie quando rivestano funzioni apicali ed esponenziali, in quanto le riforme legislative e l’azione della Magistratura e degli uomini fedeli alle Istituzioni non possono garantire il rispetto dei principi fondamentali del nostro ordinamento senza un forte recupero della cultura della legalità (anche in campo finanziario)“.
VICENDE DELLE QUALI SI E’ INTERESSATA LA CORTE DEI CONTI nel 2016
Costruzione di opere pubbliche inutilizzate o inutilizzabili, o esorbitanti le reali esigenze delle collettività di riferimento, o con costi finali eccessivi rispetto a quelli preventivati o, all’opposto, mancata realizzazione di opere necessarie alla salvaguardia del territorio.
Debiti fuori bilancio a seguito di sentenze di condanna di giudici civili o amministrativi (spesso evitabili con una più attenta difesa degli interessi dell’ente) o acquisto di beni e servizi in difetto delle ordinarie procedure di bilancio.
Disinvolto utilizzo di beni pubblici, cattiva manutenzione e cura degli stessi, acquisto a costi eccessivi e loro sottoutilizzazione, mancata riscossione dei canoni enfiteutici da parte di numerosi enti locali.
Ricorso a consulenze e convenzioni esterne, senza alcuna adeguata valutazione e valorizzazione delle professionalità interne.
Riconoscimento di funzioni ed incarichi dirigenziali al di fuori dei casi consentiti (con illegittima erogazione di elementi accessori della retribuzione da parte dei datori di lavoro pubblici), progressioni verticali e conferimenti ingiustificati di posizioni organizzative ed indebita corresponsione di emolumenti non spettanti a dipendenti pubblici, in violazione di principi e specifiche norme di legge.
Illegittimo utilizzo delle spese di rappresentanza da parte di amministratori e consiglieri di vari enti.
Mancanza di tempestivi ed efficienti controlli sulla utilizzazione di provvidenze nazionali e comunitarie, con riferimento tanto ad iniziative commerciali quanto a provvidenze nel settore agro-alimentare, con conseguente dispersione dei fondi provenienti da FEOGA e FESR.