Una tra le più rinomate aziende vinicole del Mezzogiorno è Cantina di Venosa, azienda dell’omonima città lucana. Fu costituita nel 1957, da 27 soci promotori, la cui volontà e costanza e la loro capacità di aggregazione, ha fatto si che oggi la cantina conti 400 soci, e disponga di una superficie di 800 ettari circa.
Gli impianti sono all’avanguardia, ma tecnica, amore e cura sono quelli della tradizione: attenta gestione dei soci nelle operazioni di vendemmia, selezione delle uve migliori, attenzione nelle fasi di macerazione e fermentazione, meticolosità nelle fasi di affinamento in cui l’Aglianico viene trasferito in carati di rovere francesi e Slavonia, per ottenere la qualità superiore per cui eccelle.
Ma ci troviamo anche difronte ad un’azienda che ha le idee ben chiare sulle proprie azioni future. E un punto di forza sul quale la cantina sta investendo è rappresentato dall’attenzione alla comunicazione e all’innovazione, oltre che alla sostenibilità.
La cantina, infatti, oltre ad azioni mirate che partono dalla vigna per arrivare ai processi produttivi e al packaging, ha deciso di aderire anche al progetto “Basilicata Wine Stories”, il primo contenitore, tutto lucano, in cui le storie del vino si intrecciano con i volti, i luoghi e le passioni di chi lo produce. Un viaggio virtuale che, attraverso forme narrative alternative come lo storytelling (guarda il video) racconta la Basilicata attraverso il vino, realizzando un racconto suggestivo la cui struttura si snoda attraverso molteplici elementi (video, audio, immagini, testi, mappe).
Proprio sulla scelta di aderire al progetto Basilicata Wine Stories, abbiamo intervistato il presidente di Cantina di Venosa, Francesco Perillo.