“L’importanza dell’apprendistato come canale di accesso al mercato del lavoro privilegiato per i giovani e l’analisi delle ultime evidenze statistiche mette in luce un ritorno alla crescita delle assunzioni di apprendisti nelle piccole e medie aziende”: è il commento di Rosa Gentile, componente dell’esecutivo nazionale di Confartigianato al Rapporto Confartigianato sull’apprendistato.
Nei primi dieci mesi del 2016 le assunzioni con apprendistato arrivano ad oltre 200mila unità, con un aumento di oltre 40mila unità, pari al +27,5%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: sono circa 900 i giovani che per ogni giorno entrano nel mondo del lavoro grazie all’apprendistato.
In Basilicata tra gennaio e novembre 2016 le assunzioni in apprendistato sono state 1.244 contro le 733 dello stesso periodo del 2015, a cui aggiungere 311 contratti di apprendistato trasformati a tempo indeterminato (erano 271 nei primi dieci mesi del 2015); di contro i rapporti di apprendistato cessati sono stati 590 contro i 666 di gennaio-novembre 2015.
“Il ritorno alla crescita delle assunzioni – aggiunge Gentile – avviene dopo che le politiche di decontribuzione del lavoro a tempo indeterminato, oltre ad avare l’effetto positivo di ridurre la pressione fiscale sul costo del lavoro, hanno determinato uno ‘spiazzamento’ del contratto di apprendistato”.
“L’apprendistato è un contratto chiave per le imprese artigiane che lo utilizzano per l’8% delle assunzioni previste, 3 punti in più del 5% del totale imprese. Da noi ci sono ancora notevoli margini di incremento – continua la dirigente di Confartigianato – tenuto conto che la quota degli apprendisti dell’artigianato sul totale apprendisti in Basilicata è del 24,6% (38,4% Marche e 32,8% Molise) e che la quota di apprendisti sul numero complessivo di dipendenti in Basilicata è pari al 5,5% (15% Umbria, 13,6% Marche)”.
“Il futuro occupazionale dei giovani per noi incomincia a scuola, anzi dall’alternanza scuola-lavoro, l’iniziativa promossa dal Governo per favorire l’apprendimento in azienda dei giovani studenti che svolgeranno parte della loro formazione ospiti delle imprese per conoscere la realtà produttiva che li circonda e prepararsi a entrare nel mondo del lavoro. C’è bisogno – afferma ancora Gentile – di colmare la distanza che finora ha separato il mondo della scuola e quello delle imprese. I risultati di questo gap purtroppo si vedono nelle incerte prospettive occupazionali dei giovani e nelle difficoltà delle imprese a reperire manodopera qualificata come ha sottolineato il Rapporto Excelsior-Unioncamere secondo cui una assunzione su cinque tra quelle che le imprese hanno in programma nei primi tre mesi del 2017 può comportare qualche difficoltà a reperire il personale adeguato. Si pensi solo che al Sud nei prossimi 180 giorni serviranno 3.220 tecnici amministrativi-finanziari-bancari; 2.890 tecnici informatici; 1.960 tecnici sanità-servizi sociali; 9.060 cuochi-camerieri; 5.740 operai specializzati in edilizia; 5.500 operai specializzati in attività manifatturiere”.
“Bisogna voltare pagina, quindi – conclude Gentile – L’alternanza scuola-lavoro è la strada giusta. Le novità per far incontrare il ‘sapere’ e il ‘saper fare’ sono positive. Ma per farle funzionare, le aziende non devono essere gravate da nuovi oneri e adempimenti. Non chiediamo incentivi, ma semplicemente di non incontrare nuova burocrazia che rischia di scoraggiare la partecipazione degli imprenditori. Ci sono ostacoli da superare che impediscono ai ragazzi di entrare in azienda per imparare un mestiere. In un laboratorio d’artigiano uno studente impara più cose che in una grande azienda, e riceve più attenzione. Aiutiamo gli artigiani a insegnargliele. Non è nostalgia: oggi, assai più che nel ‘900, sapere e saper fare convergono. Il futuro del lavoro è anche nelle nostre mani”.