Questa mattina il premier Matteo Renzi è stato in visita in Basilicata, prima a Matera e poi a Potenza per promuovere la campagna #BastaunSì in vista del referendum del prossimo 4 dicembre. Mentre all’interno del teatro “Don Bosco” del capoluogo lucano il primo ministro, dinanzi ad una platea stracolma, esponeva le ragioni del SI’ al referendum, al di fuori della sala, in un piazza transennata c’era un cospicuo numero di cittadini che volevano rappresentare il proprio dissenso alla riforma referendaria e, più in generale, alle politiche espresse del Governo.
Assieme alle voci dei sostenitori del NO che vedeva in prima fila i comitati Notav, Notriv, ma anche rappresentanze studentesche, abbiamo ascoltato pareri contrastanti. Abbiamo dato voce ai comitati, agli studenti, ma anche a figure istituzionali che, all’uscita della sala e dopo aver ascoltato l’intervento del premier, hanno rafforzato, qualora ce ne fosse stato bisogno, le proprie ragioni a sostegno della modifica costituzionale.
Sentiamo nella seguente intervista cosa hanno detto ai nostri microfoni Francesco Masi, insegnante e militante Cobas-NoTriv; Michele Somma, presidente Camera di Commercio di Potenza; Carlo Carrano, rappresentante degli studenti liceo scientifico “G. Galilei” di Potenza; Aurelio Pace, consigliere Regione Basilicata e presidente comitato “Di sana e robusta Costituzione”
Quello che è emerso, a prescindere dalle ragioni opposte dei vari antagonisti dell’attuale scena politica, è che questa riforma ha risvegliato un ormai sopito senso di appartenenza, ha ridestato gli animi dei militanti, dei cittadini, degli studenti, dei giovani in un dibattito che a volte si è reso approssimativo e qualunquista esclusivamente sui canali televisivi ma che d’inverso risulta carico di contenuti e di valori positivi nelle strade e tra la gente.
Quello di questa mattina è stato un’occasione per l’intera regione per dimostrare che ci può essere un confronto costruttivo e non violento sia nei fatti che nelle parole. Le urne poi consegneranno alla politica il risultato della volontà popolare ma quello che è già stato dato è una rinascita della gente nei valori della politica intesa quale mezzo indispensabile per raggiungere quel cambiamento necessario. Attraverso un tema tanto delicato come il dibattito referendario si è riconsegnato al popolo la sacrosanta capacità di riappropriarsi della consapevolezza di essere parte integrante del sistema, ha riconsegnato agli italiani la voglia di partecipare, voglia che era ormai svanita a causa di una classe dirigente che non rappresentava più le esigenze degli elettori. Unica nota dolente della visita potentina del premier riguarda il “popolo della piazza” che non ha potuto assistere al dibattito all’interno della struttura, non potendo la stessa contenere tutti i presenti.
Magari attraverso dei maxi schermi montati all’esterno si sarebbe consentito a tutti di ascoltare le parole del presidente del Consiglio dei ministri. Considerazione che avrà fatto anche lo stesso premier il quale ha aperto il suo intervento affermando il suo dispiacere per coloro che erano all’esterno della struttura.