Oggi si torna al Ministero dello Sviluppo Economico ma in molti sono convinti che potrebbe essere l’ultima occasione per trovare una soluzione alla vertenza de “La Ronda” che si è ulteriormente complicata dopo che l’assemblea dei lavoratori ha bocciato ieri l’ultima proposta fatta dalla Cosmopol che dovrebbe rilevare l’istituto di vigilanza potentino.
Il no è giunto a conclusione di un confronto anche a tratti duro con i rappresentanti sindacali (presenti i segretari regionali di Cgil Cisl Uil, Angelo Summa, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, oltre ai rappresentanti di categoria) con i dipendenti de “La Ronda” che hanno contestato soprattutto la proposta della Cosmopol di applicare l’art. 18 soltanto ai licenziamenti per motivi disciplinari.
Lavoratori e rappresentanti sindacali ritengono invece che l’art. 18 dello statuto dei lavoratori debba essere sempre applicato per avere garanzie dinanzi ad eventuali decisioni discrezionali della nuova azienda di poter scegliere chi confermare e chi licenziare.
Il timore è proprio questo che si possa andare ad un ridimensionamento degli attuali organici senza tutela, nonostante la Cospmopol si sia impegnata ad assumere 250 lavoratori del settore tecnico-operativo e 20 del reparto amministrativo, sebbene senza riconoscimento di quanto maturato relativamente a scatti di anzianità, superminimi e quant’altro previsto dalle norme vigenti.
Per le 77 unità in esubero sarà invece sottoscritto un contratto di solidarietà. Contestualmente, la Cosmopol attiverà una procedura di licenziamenti collettivi. A chi aderirà volontariamente sarà corrisposto un incentivo lordo di 30mila euro.
Cosmopol erogherà inoltre buoni parti per un valore complessivo annuo di 420 euro ai dipendenti che all’atto dell’assunzione hanno maturato sei scatti di anzianità.
Nel caso di conferma del proprio fatturato rispetto a quello attuale netto de “La Ronda”, ai lavoratori che all’atto dell’assunzione hanno maturato da 4 a 6 scatti di anzianità sarà corrisposto un premio pari ad uno scatto.
Oggi, come si diceva, le parti sociali s’incontrano al Ministero dello Sviluppo Economico con i sindacati che si presentano con un mandato che si sperava fino alla fine di evitare: la firma del mancato accordo con il rischio che commissari straordinari possano decidere di portare i libri in tribunale, decretando il fallimento dell’azienda.
Quanto l’intervento ministeriale possa evitare che ciò accada lo sapremo nelle prossime ore.