Questa mattina, quasi in contemporanea, si sono svolti presso il Consiglio della Regione Basilicata a Potenza, due incontri sul referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo.
Nella Sala A, alla presenza del presidente del gruppo S&D del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, il consigliere del PD, Mario Polese, ha presentato i comitati “#Bastaunsi, la Basilicata è meravigliosa“. Un’occasione, ad un mese dal voto, per fare il punto sulla situazione e ribadire le ragioni del Si.
Un piano più sopra, un altro esponente del Partito Democratico, Piero Lacorazza, ha organizzato una conferenza stampa per sottolineare, invece, le ragioni del No.
“Siete attori di questa campagna – ha asserito il presidente Gianni Pittella – Facciamo finta di chiudere gli occhi e proviamo ad immaginare cosa accadrà il 5 dicembre”, ha detto. “Se vince il SI avremo due Camere con ruoli diversi, un meccanismo legislativo più snello e rapido e quindi un sistema che ci accomunerà ai maggiori Paesi europei”. “Solo Italia e Romania hanno un sistema bicamerale perfetto”, ha spiegato. “Verrà abolito il Cnel – ha poi aggiunto Pittella – Abilito il principio della spesa storica e torneranno, in capo allo Stato, tre competenze che in un impeto di federalismo e in quella che fu una mossa tattica di D’Alema, vennero relegate alle Regioni: energia, turismo e trasporti”.
“Che in Italia possano esserci 21 politiche energetiche significa che non c’è più Stato e non c’è più politica estera – ha detto il presidente Pittella che ha aggiunto – Non si possono programmare le infrastrutture regione per regione, è necessaria l’unificazione delle infrastrutture nel Mezzogiorno. La politica estrattiva, inoltre, resterà in mano alle Regioni che saranno competenti sulla difesa del territorio e del sottosuolo”. “Se dovesse vincere il NO, invece, cosa accadrebbe?”, ha poi domandato. “Che tutte queste cose non si faranno. È un referendum che puó confermare una riforma o annullarla. E le riforme non si fanno in pochi giorni. Non sarà una riforma perfetta, ma è sicuramente una legge che migliora le condizioni del Paese. Mi dica qualcuno del NO se è contento che rimanga la situazione così come è”, ha concluso Pittella.
Il presidente del gruppo S&D del Parlamento Europeo ha poi affermato che “l’Europa apprezza gli sforzi riformatori dell’Italia e considera il nostro Paese un perno di un processo di difesa e di potenziamento delle istituzioni europee. “La vittoria del No al referendum del 4 dicembre – ha detto Pittella – indebolirebbe il ruolo dell’Italia nel contesto europeo, e indebolirebbe lo stesso contesto europeo”.
Al consigliere regionale Mario Polese abbiamo chiesto, invece, se i lucani sono pronti e preparati ad esprime un voto consapevole. Ecco cosa ci ha risposto.
Motivazioni contrastanti sono arrivate invece dal consigliere Piero Lacorazza che durante una conferenza stampa ha voluto sottolineare le sue ragioni per il NO partendo dalla vicenda energetica e la riforma del Titolo Quinto della Costituzione che, secondo l’ex presidente del Consiglio regionale lucano, se approvati, produrrebbero riflessi “peggiori rispetto a quell’articolo 38 dello Sblocca Italia combattuto con il referendum del 17 aprile. Referendum che, ha ammesso Lacorazza, “ha visto la Basilicata capofila di dieci Regioni, e dove il quorum è stato ampiamente raggiunto”.
Sentiamo quanto ha dichiarato nella seguente intervista.