Non c’è pace per il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri. Dopo le polemiche sulla nomina a vice sindaco dell’assessore al bilancio, Eustachio Quintano, arrivano oggi le dimissioni dell’assessore al turismo e alle Politiche Sociali, Marilena Antonicelli.
Ne hanno dato notizia i consiglieri della lista civica “Matera Capitale”, Angelo Cotugno e Saverio Vizziello con una lettera congiunta che riportiamo qui di seguito.
“Il sindaco sembra rassegnato al naufragio del progetto premiato dai materani nel 2015. Un progetto che si fondava sull’ambizioso tentativo di unire le migliori risorse della città, al di là delle appartenenze politiche, e di trasformare la designazione a Capitale Europea della Cultura in una grande opportunità di crescita della città, ben oltre il programma di candidatura. A distanza di un anno e mezzo, dobbiamo costatare che nella coalizione prevalgono le spinte alla dispersione di quell’alleanza, dissipando il patrimonio di speranze e volontà che essa aveva raccolto, e che né ha preso vita un piano di rilancio né, tranne poche eccezioni, la ordinaria amministrazione ha segnato reali punti di miglioramento rispetto all’esperienza del passato, criticata e giudicata insufficiente.
Eravamo consapevoli – sostengono Vizziello e Cotugno – sin dall’inizio di aver scelto una strada difficile e rischiosa, resa tuttavia necessaria dall’insoddisfazione per una gestione chiusa e parziale della candidatura prima e della designazione poi, quasi costretta in un angusto recinto, e fiduciosi che un più ampio e plurale protagonismo della città potesse esaltare le potenzialità del prestigioso riconoscimento ricevuto. Ma sicuramente non avevamo fatto questa scelta per passare da un recinto ad un altro, per di più opaco e ambiguo. La coalizione plurale e differenziata, uscita vittoriosa dalle elezioni del 2015, richiedeva una paziente opera di coinvolgimento e valorizzazione, non invidie, personalismi, colpi di mano, imposizioni. E più volte, nell’anno e mezzo passato, abbiamo tentato di scongiurare o di porre rimedio a questi vizi e distorsioni. Non sempre ci siamo riusciti, ma per salvaguardare quell’originale progetto di governo e il bene della città abbiamo evitato contestazioni esplicite e reazioni clamorose. L’ultima volta era accaduto con la formazione della nuova Giunta, nell’agosto scorso, quando si erano stravolti i criteri scelti per formare il nuovo esecutivo, mantenendo una composizione a nove, includendo assessori senza rappresentanza in consiglio e negandoli a chi li aveva, distribuendo irragionevolmente le deleghe, conservando intollerabili spese di staff, ecc. Esprimemmo riserve, ma accettammo di andare avanti, invitando comunque a ridefinire e ricomporre immediatamente il rapporto con la Fondazione 2019, a riprendere un rapporto positivo con il governo regionale che assicurasse una piena partecipazione dell’intera Basilicata all’inedita sfida del 2019, ad aprire un’interlocuzione con l’opposizione, a comporre un tavolo con tutti i parlamentari e rappresentanti lucani nel Governo per garantire un forte e corale sostegno alle ragioni della città.
Nulla di ciò é stato fatto, continuando, come era stato fatto nei mesi precedenti, ad alimentare tensioni e conflitti nella coalizione, con l’opposizione, con la Fondazione, con la Regione, parallelamente illudendosi di ricevere chissà quali benefici dalle ripetute visite romane. Il contrario di quello che ci eravamo proposti e che si sarebbe dovuto fare. La goccia che ha fatto traboccare il vaso é eclatante, pur nella sua misera portata. La nomina del vicesindaco, espressamente esclusa con la edizione della nuova giunta in agosto, viene fatta ora, non solo senza alcuna intesa nella maggioranza, ma addirittura a seguito di – sono parole letteralmente pronunciate dal sindaco “indebite pressioni” e come “obolo” per ripagare appoggi ricevuti. A conferma del quadro confuso e di ambigui propositi, il vicesindaco, appena nominato, si assegna la funzione di “presidiare” il comune e rivolge un appello all’opposizione, seguito a ruota dal rappresentante di “Matera si muove” che pare proporre un governissimo. Su quest’ultima ipotesi il Sindaco privatamente nega, pubblicamente tace. Non possiamo più far finta di niente o accontentarci di rituali osservazioni critiche o riserve. Al punto in cui siamo, e per evitare una progressiva deriva pericolosa per la città, crediamo che sia arrivato il momento di fare chiarezza, in maniera definitiva. Noi non ci rassegnamo al naufragio. Se si ritiene che la coalizione vittoriosa nel 2015 possa ritrovare l’unità perduta e rilanciare una seconda fase con rinnovata vitalità, si ridefinisca il programma dei prossimi tre anni, con tappe precise e vincolanti, e con decisione condivisa si vari una giunta politica con i criteri già individuati nell’estate scorsa e poi disattesi. La valutazione e la decisione spettano al Sindaco. In entrambi i casi occorre una ripartenza.
Per agevolare questo percorso e sgomberare il campo da ogni possibile ostacolo, alibi o fraintendimento, occorre azzerare tutti gli incarichi e le posizioni istituzionali negli organismi comunali e quelli rivestiti in rappresentanza del comune. Cominciamo a farlo noi, rimettendo nelle mani del sindaco il mandato assessorile. Una scelta forte e convinta nell’interesse generale, anche se sofferta e dolorosa perché l’assessore Marilena Antonicelli, per riconoscimento unanime, in questo anno e mezzo di attività, ha svolto un lavoro eccellente, ha assicurato una presenza costante, ha allacciato e sviluppato relazioni interistituzionale e sociali preziose, ha rappresentato un punto di riferimento essenziale per il mondo del bisogno, del terzo settore e della solidarietà, ragioni che ci auguriamo possano consentirle di riprendere questo intenso, grande, encomiabile lavoro. Ma il punto al quale siamo arrivati richiede scelte ferme e coraggiose, anche se difficili e sofferte. Ci sono una città che aspetta segnali forti e positivi, un’opinione pubblica nazionale e internazionale che coglie e si interroga su incertezze e lentezze, un campo vasto di competenze e operatori che vogliono conoscere le opportunità di investimento e impegno. A questo bisogna porre attenzione, per questo si era dato vita ad una coalizione ampia e plurale nel 2015, non per rieditare, sotto nuove spoglie, ristretti interessi e sfere di influenza. Chi non coglierà lo spirito e le finalità di questo appello si caricherà delle responsabilità che ne deriveranno. Come già abbiamo cominciato a fare, affronteremo pubblicamente queste tematiche, in un confronto aperto con la città, per illustrare il lavoro fatto, condividere analisi e proposte, sottoporre a verifica il nostro operato, poiché oggi come ieri abbiamo a cuore solo ed unicamente il bene della città”.
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