La Commissione europea sta esaminando la situazione ambientale e della sicurezza del Centro Oli Eni di Viggiano dopo la riapertura dell’impianto autorizzata dai magistrati di Potenza a seguito dell’inchiesta Trivellopoli.
Inoltre, si sta occupando dell’assegnazione di fondi europei che sarebbero stati erogati ad una società del consigliere regionale Pd della Basilicata Vincenzo Robortella rinviato a giudizio nell’ambito della stessa inchiesta.
Dopo queste verifiche, l’organismo esecutivo di Bruxelles potrebbe “intraprendere le azioni necessarie ivi incluse, se opportuno, eventuali procedure di infrazione”.
Ne ha dato notizia la stessa Commissione, rispondendo ad una interrogazione presentata nell’agosto scorso dall’eurodeputato del M5S, Piernicola Pedicini.
Nell’interrogazione, Pedicini aveva chiesto alla Commissione europea di far sapere “se ritiene che la ripresa delle attività del Centro Oli Eni, garantisca la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori e della popolazione residente nell’area e quali provvedimenti stanno adottando le autorità nazionali e regionali per garantire che le norme ambientali della Ue siano rispettate”.
Pedicini aveva noltre nterrogato la Commissione sulla vicenda Robortella chiedendo di spiegare “se è a conoscenza che, secondo i magistrati antimafia, la società Outsourcing s.r.l, di cui il consigliere regionale Vincenzo Robortella era proprietario, ha ricevuto un finanziamento europeo legato ai lavori del Centro Oli Tempa Rossa della Total e se l’Olaf (Ufficio antifrode Ue) ha avviato indagini al fine di individuare eventuali casi di corruzione o altre irregolarità relative a fondi europei erogati alla società Outsourcing s.r.l”.
Su queste ipotesi di reati e sul conseguente rinvio a giudizio o meno degli indagati, tra i quali Robortella ed altre 58 persone e 10 società, Eni compreso, il Gup si dovrebbe pronunciare il 24 novembre prossimo quando si svolgerà la seconda maxi udienza .