Le persone rinviate a giudizio, tra le quali il sindaco di Melfi, Livio Valvano (nella foto di copertina), devono rispondere a vario titolo di una serie di reati: da abuso d’ufficio, falso ideologico in atto pubblico, turbata libertà di scelta del contraente.
I reati sarebbero stati commessi, secondo la tesi accusatoria fatta propria dal Gup del tribunale di Potenza, nell’assegnazione di appalti e lavori pubblici che sarebbero stati affidati in maniera irregolare ad imprese amiche o segnalate da amici o da politici del posto.
Sulla base di quanto emerso dall’inchiesta, coordinata dalla Procura di Potenza, a gennaio scorso una persona finì in carcere e quattro, tra i quali il sindaco di Melfi, Valvano, agli arresti domiciliari.
La prima udienza del processo è stata fissata per il 19 marzo del prossimo anno.