L’eventuale correlazione tra tumori attività estrattiva e inquinamento ambientale: è stato questo il tema al centro dell’incontro che il direttore del Crob, Giuseppe Cugno, e il responsabile del Registro Tumori della Basilicata, Rocco Galasso, insieme all’assessore all’Ambiente, Francesco Pietrantuono, hanno avuto in Regione con una folta delegazione di studenti.
Una giornata intensa, la prima parte descrittiva sui dati con le numerose spiegazioni del direttore del Crob e del responsabile del Registro. La seconda, ricca di domande e di spunti da parte dei ragazzi. La giornata formativa si è conclusa con la volontà degli studenti nel proseguire nel processo di conoscenza e partecipazione sulle vicende ambientali e sanitarie. La prossima tappa del percorso è stata individuata in un incontro che si terrà presso la sede dell’ Arpab, dove i ragazzi potranno avvicinarsi anche alle attività legate al monitoraggio.
Ma veniamo all’incontro con gli studenti.
Si è partiti dal Registro regionale dei tumori, strumento per fotografare il grado di incidenza delle malattie neoplastiche sul territorio regionale e per programmare anche la prevenzione. Una lezione sulla complessa lettura dati per gli studenti lucani, che insieme alle istituzioni proseguono nel percorso di condivisione intrapreso con l’assessore Pietrantuono sulle vicende ambientali e sanitarie legate alle estrazioni petrolifere.
Il direttore Giuseppe Cugno ha introdotto i lavori spiegando agli studenti il ruolo del Crob.
Nel sottolineare come anche in medicina le nuove acquisizioni possano mettere in discussione i convincimenti di oggi, ha invitato i ragazzi a riflettere. “Non esiste per i tumori, tranne pochi casi specifici, un rapporto diretto causa – effetto. Esistono dei fattori di rischio alla base di un possibile evento dannoso. Ma i fattori di rischio sono collegati a tante e diverse malattie. E’ un discorso complesso. Il Registro dei Tumori della Basilicata aggiornato al 2013 non è da considerarsi per nulla datato. Per i tumori i dati analizzati oggi potranno avere coerenza tra dieci anni. E’ un processo lento. Solo la Basilicata, l’Alto Adige, il Veneto e l’Umbria vantano un registro regionale, le altre regioni ne hanno di diverso tipo spesso su base provinciale.
Il Registro – ha proseguito Cugno – fotografa le diverse aree della regione, dove diverse possono essere le fonti di inquinamento. L’area nord dove c’è il grande insediamento Fiat e l’inceneritore, la Val d’Agri dove avvengono le estrazioni, la zona di Rotondella con la Trisaia a rischio radioattività. Attraverso il sistema della georeferenziazione il Registro sarà in grado di fotografare ancora meglio tutti i dati. Tra circa un anno si potrà avere una mappatura più precisa, per capire ancora di più se vi sono cause specifiche con l’incidenza dei tumori. – ha concluso Cugno”.
Il dott. Galasso ha spiegato dal punto di vista tecnico il lavoro che c’è stato nella compilazione e come la certificazione sia una garanzia per i cittadini spiegando ai ragazzi termini come la topografia, morfologia, comportamento e grading, siano gli indicatori in grado di analizzare i diversi dati.
“Non voglio sottrarmi a nessun tipo di confronto, anche aspro, anzi io stesso vi ho invitato a intraprendere un percorso condiviso” – ha detto loro l’assessore all’Ambiente Pietrantuono. “L’incontro con Arpab e i prossimi che ci saranno con altri enti di ricerca sono la testimonianza di un cambio di tendenza rispetto al passato perché vogliamo fornirvi tutti gli strumenti per verificare, perché oggi c’è una classe politica che vuole fare della trasparenza la propria linea di azione”.