Al Sud le imprese, nella stragrande maggioranza piccole e medie, che hanno effettuato eco-investimenti in prodotti e tecnologie green nel periodo 2010-2015 e che continueranno ad investire sino a fine anno sono circa 75mila (27mila in Campania, 23mila in Puglia, 9,5mila in Abruzzo, 9,5mila in Calabria, 3mila in Basilicata e 2mila in Molise).
E’ quanto sottolinea Rosa Gentile vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno, in riferimento ai dati del settimo rapporto Greenitaly di Fondazione Symbola e Unioncamere che testimonia come la green economy si è dimostrata una delle più significative ed efficaci risposte alla crisi. Una reazione che incrocia la natura profonda della nostra economia: la spinta per la qualità e la bellezza, naturali alleate dell’uso efficiente di energia e materia, dell’innovazione, dell’high-tech. Una evoluzione di sistema avviata ‘dal basso’ e spesso senza incentivi pubblici da una quota rilevante delle nostre imprese. Una scelta, che si basa su investimenti e produce lavoro, non scontata in tempi di crisi, ma coraggiosa e vincente.
“Confartigianato – continua Gentile – ha individuato tra le 5 leve per il Sud il green. Le altre sono: turismo, innovazione, agrifood, export, quali temi centrali della Convention Mezzogiorno 2016, appuntamento biennale organizzato per analizzare le politiche di sviluppo nelle regioni meridionali, far emergere il protagonismo dell’artigianato e delle piccole imprese, approfondire contraddizioni, difficoltà, risorse del Sud.
Quest’anno sarà la Calabria, per l’esattezza Villa San Giovanni, ad ospitare la due giorni della Convention, il 27 e il 28 ottobre, che vedrà la partecipazione dei vertici nazionali e territoriali della Confederazione, degli amministratori locali delle Regioni del Mezzogiorno, dei rappresentanti del Governo, di imprenditori ed economisti.
“La vocazione alla sostenibilità ambientale rappresenta un asset primario del ‘valore artigiano’ con una intensità di emissione che con la composizione settoriale dell’artigianato – sottolinea Gentile – è del 29,7% rispetto alla media del totale delle imprese del Manifatturiero e si conferma con anche nella domanda di lavoro orientata alle professioni green che sono il 17,5% delle assunzioni totali, quota quasi doppia rispetto al 9,9% del totale delle imprese”.
Una vocazione che trova conferma – continua Gentile – anche nella domanda di lavoro orientata alle professioni green. Nel 2015 nell’artigianato sono previste 16.100 assunzioni di green job – il 17,5% delle assunzioni totali, quota quasi doppia rispetto al 9,9% del totale delle imprese – e le professioni maggiormente richieste sono elettricisti energy saving (21,7% delle assunzioni green nell’artigianato), meccanici e montatori di macchinari a basso impatto ambientale (7,5%), installatori di infissi energy saving e tecnici gestione cantieri edili green building (entrambe con il 3,7%). Al Sud c’è una nuova classe imprenditoriale che combatte l’inquinamento delle acque, lavora per garantirci aria più pulita, regala una seconda vita ai nostri rifiuti, investe denaro e creatività in processi produttivi all’avanguardia e rispettosi dell’ambiente. Hanno talento ed energia contagiosi: stiamo parlando dei professionisti che hanno fatto dell’eco-sostenibilità la propria missione. Si va dall’Eco-Parrucchiere – che adotta accorgimenti per ridurre il consumo di energia e acqua nei saloni – all’Eco-Chef, chiamato a privilegiare nelle cucine dei ristoranti i prodotti naturali e biologici, alle stiliste “green”, esperti di impianti eolici e fotovoltaici, difensori dei nostri polmoni verdi, maestri del riciclo: sono piccoli artigiani in campo a sfidare la crisi”.