È scomparso questa mattina, all’eta di 90 anni, Dario Fo, artista poliedrico, “giullare” della cultura italiana, come lui stesso amava definirsi.
Si è spento all’ospedale Sacco di Milano, dove era ricoverato da alcuni giorni per problemi respiratori.
Dopo settant’anni dedicati al teatro, il più importante e famoso artista italiano dei tempi moderni, ha raggiunto la sua amata Franca. “Con Franca abbiamo vissuto tre volte più degli altri”, diceva il premio Nobel per la letteratura scomparso proprio nel giorno in cui un altro artista mondiale, Bob Dylan, ha ricevuto lo stesso riconoscimento dato a Fo nel 1997.
“Possiamo dire di aver vissuto nell’Era di Dario Fo. La sua cultura e la sua arte vanno diffuse e fatte conoscere”. Lo dice, con la voce rotta dall’emozione, Roberta LaGuardia, attrice teatrale lucana, allieva del drammaturgo, attore, regista, scrittore, autore, illustratore, pittore, scenografo e attivista italiano. “Sarebbe stato felice del premio assegnato a Bob Dylan”, ha detto Roberta che ci ha poi raccontato la sua personale esperienza con la famiglia Fo, nata per caso, da molto lontano.
“Durante i miei studi presso il Lantern Theatre di Liverpool, nel repertorio propostomi da Margaret Connel, direttore artistico del teatro, c’era anche un monologo di Franca Rame – ha raccontato l’attrice di Policoro – Me ne innamorai immediatamente e il giorno successivo decisi di fare, in Inghilterra, uno spettacolo”. Nazione in cui – ha spiegato LaGuardia – Dario Fo e Franca Rame sono conosciutissimi ed amatissimi. Tornata in Italia, Roberta progetta di iniziare uno studio su Franca Rame e così, fattasi coraggio, decide di parlare direttamente con i Fo di questa sua idea. “Contatto Iacopo, il figlio di Dario e Franca, che mi riceve ad Alcatraz, la residenza artistica della famiglia che si trova a Santa Cristina in provincia di Perugia – racconta Roberta – lui mi dice che se voglio utilizzare i loro monologhi nello spettacolo che ho intenzione di realizzare, devo seguire un seminario che terrà suo padre. Naturalmente accetto”.
“Il 28 maggio, il giorno prima dell’anniversario della scomparsa di Franca, ci vengono consegnati i monologhi da preparare – prosegue nel racconto Roberta – Il giorno successivo, mi faccio coraggio e, davanti al maestro, chiedo di potermi esibire con ‘Abbiamo tutte le stesse storie’. Alla fine della mia performance Dario Fo mi dice: “Grazie, anche da parte di Franca. Hai avuto la tipica trasfigurazione teatrale”. “La mattina seguente – prosegue Roberta – lo vedo scendere dalle scale con al collo una bellissima sciarpa rosa e, giunto davanti a noi allievi, domanda: Dove è la ragazza di ieri? Poi mi guarda e mi dice: “Tu hai il mestiere, hai solo corso un po’, ma quella è l’ansia”. Dopo quell’esperienza indimenticabile Roberta, con l’autorizzazione della famiglia Fo, parte con il suo spettacolo che intitola: “Franca. Omaggio a Franca Rame. Per amore delle donne”.
“Una lettera di presentazione che non avrei mai pensato di avere”, ha detto Roberta che, in occasione del novantesimo compleanno di Dario Fo, ha realizzato anche un video, diretto dal regista lucano vincitore del David di Donatello, Giuseppe Marco Albano, dal titolo “Ho visto un Re…”. “Per il video, realizzato presso il Circus di Pisticci, ho scelto i migliori artisti lucani – ha spiegato LaGuardia – Il risultato è che il mio lavoro è stato messo al primo posto del canale ufficiale di Dario Fo”.
“In questo giorno di profonda tristezza – ha detto l’attrice – mi sento ancora più onorata di aver fatto questo omaggio e di aver lasciato una piccola traccia di una persona immensa”. Una persona che ha saputo, con ironia ed intelligenza, restituire all’intero Paese una cultura popolare, una forma di auto-coscienza, battendosi sempre, fino alla fine, contro l’affermazione secondo cui “la cultura dominante è quella della classe dominante”.
“L’unica cosa che mi sento di dire in questo momento è quella di dare a tutti un consiglio: conoscetelo, conoscete la sua arte e siate fieri di aver vissuto nella sua era”.