Continua in quarta Commissione consiliare, (Politica sociale) l’esame del disegno di legge di riordino del Sistema sanitario regionale, il cui obiettivo prioritario è quello di uniformare la rete assistenziale regionale ai parametri di sicurezza ed efficacia, migliorando la qualità e l’appropriatezza del sistema di offerta ospedaliera, ridefinendo la governance dell’assistenza e potenziando il sistema dell’emergenza urgenza territoriale.
In tale ottica si prevede, tra l’altro, che l’Azienda ospedaliera regionale “San Carlo” di Potenza assuma la titolarità dei presidi ospedalieri di Lagonegro, Melfi e Villa d’Agri per costituire un’unica struttura articolata in più plessi che erogheranno, in base alla complessità, le prestazioni di ricovero per gli acuti. L’Azienda sanitaria locale di Potenza, inoltre, assumerà la titolarità del presidio ospedaliero di Pescopagano, che si aggiungerà alla gestione diretta dei presidi ospedalieri distrettuali di Venosa, Lauria, Chiaromonte e Maratea. Nell’Azienda sanitaria locale di Matera, invece, l’ospedale “Madonna delle Grazie” comprenderà il presidio ospedaliero di Policoro. Piena autonomia per l’Irccs Crob di Rionero, destinato a consolidare la funzione di coordinamento per le patologie tumorali.
In apertura dei lavori è stato audito il segretario regionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), Antonio Santangelo.
“Consapevoli delle difficoltà economiche che incombono sulla Basilicata, non intendiamo affrontare il problema da una posizione rigida, ma di confronto e propositiva. In tutti i Paesi ci si orienta per un settore di cure primarie organizzato a rete e un settore della specialistica orientato verso l’alta specializzazione, che garantisce economicità ed efficienza. Attualmente in Basilicata abbiamo 503 medici di base, 432 di continuità assistenziale, 3 di medicina dei servizi e 62 pediatri di libera scelta. Vengono erogate 732 mila ore all’anno per la continuità assistenziale, al costo di 30 euro all’ora, ma secondo i nostri dati gli addetti alla continuità assistenziale sono 490, di cui quelli a tempo indeterminato sono circa 330, più di quanto risulta al ministero. Bisogna puntare sulla medicina di iniziativa, cioè seguire i malati cronici. In Basilicata nei prossimi anni andranno in pensione 476 medici, con un turn over spaventoso, perché non sono molti gli idonei al corso triennale per medici di medicina generale. Nella graduatoria ci sono 860 medici, tolti quelli che hanno un incarico rimangono circa 400, ma pochi dei quali sono residenti in Basilicata. Una riorganizzazione è necessaria e non si può pensare solo a due poli specialistici senza risistemare i servizi sul territorio. Ma pensare di trasferire fondi dalla continuità assistenziale all’emergenza è una misura tampone di scarso respiro, perché se non cogliamo il momento per potenziare realmente il territorio fra qualche tempo la sanità lucana si ritroverà a fare i conti non solo con la scarsità di risorse economiche ma anche con la scarsità di risorse umane”.
E’ intervenuto poi Francesco Labriola, portavoce del Comitato “#ospedalepolicorononsitocca” che ha illustrato ai commissari un emendamento all’art. 2 del Ddl della Giunta (in base al quale l’Asm è destinata ad assumere la titolarità del presidio ospedaliero Dea di primo livello “Ospedale Madonna delle Grazie di Matera” e del presidio ospedaliero di base, sede di Psa di Policoro ” Giovanni Paolo II”) che mira a “definire le forme e i contenuti della cooperazione tra le due strutture ospedaliere per garantire integrazione funzionale, anche di natura dipartimentale, uniformità e appropriatezza delle prestazioni sanitarie”.
Tra le altre richieste quella di dotare il nosocomio policorese di una unità intensiva generalista h 24, con 8 posti letto di cui 4 per intensivi e 4 per sub intensivi, al fine di evitare che i casi critici vadano fuori regione (Taranto – Lecce); di sperimentare ambulatori aperti non stop durante le ore pomeridiane, il sabato e la domenica al fine di ridurre i tempi lunghi di attesa; l’ospedalizzazione domiciliare con l’utilizzo del sistema innovativo della telemedicina; di confermare i 120 posti letto, ritenendo tale dotazione in perfetta congruità con l’utenza territoriale di riferimento. “Comprendiamo le ragioni che portano a trovare soluzioni a una problematica molto seria, rispetto alle disposizioni sul pareggio di bilancio, sui posti letto e sugli orari del personale sanitario – ha detto Labriola -, ma la proposta della Giunta determinerebbe il ridimensionamento del nostro nosocomio. È possibile invece attuare una politica virtuosa per riportare la spesa farmaceutica nei parametri nazionali e diminuire la spesa per l’energia. Il disavanzo di circa 700 mila euro dell’ospedale di Policoro è poca cosa rispetto al disavanzo complessivo del sistema sanitario regionale pari a circa 20 milioni di euro. Nei mesi estivi, avendo la Calabria chiuso i nosocomi di frontiera, l’utenza dell’ospedale di Policoro viene triplicata. Per questo, nonostante le difficoltà, con un lavoro più puntuale è possibile mantenere l’autonomia dell’ospedale di Policoro, anche per evitare una diminuzione dei servizi”.
Successivamente è stato ascoltata Incoronata Bochicchio di Cittadinanza Attiva, Tribunale per i diritti del malato, che ha espresso disappunto per la mancata partecipazione dei cittadini a decisioni che riguardano la cura di interessi aventi rilevanza sociale. Nell’auspicare un atto di responsabilità della Regione nei confronti dei cittadini unitamente ad un atto di consapevolezza circa la sua non autosufficienza, Bocchicchio ha sottolineato che “la partecipazione attiva dei cittadini alla vita collettiva può, sicuramente, concorrere a migliorare la capacità delle istituzioni di dare risposte più efficaci ai bisogni delle persone e alla soddisfazione dei diritti sociali che la Costituzione riconosce e garantisce”.
Al termine delle audizioni sul Ddl il consigliere regionale del Pd, Piero Lacorazza, ha chiesto che venga messo agli atti della Commissione l’ordine del giorno da lui presentato e approvato in Consiglio regionale lo scorso 2 agosto con il quale si impegna il Presidente e la Giunta regionale a “presentare alla competente Commissione in sede di discussione della legge di riordino del sistema sanitario regionale una prima proposta generale di programmazione amministrativo-sanitaria con la quale si definiscano ruolo, funzioni e prestazioni da erogare, nel rispetto delle normative vigenti, di ogni singolo presidio ospedaliero per acuti della Regione Basilicata oggetto del riordino medesimo, nonché del Crob e dei presidi ospedalieri distrettuali”.
Dopo diverse osservazioni e domande da parte dei consiglieri Lacorazza, Pace, Romaniello, Napoli, Perrino, Polese, Bradascio e Spada, il consigliere Napoli ha proposto di concentrare le audizioni dei vari soggetti interessati in una o due giornate di consultazione pubblica, da tenersi a Potenza, suggerimento accolto dal presidente Bradascio.
Hanno preso parte ai lavori della Commissione, oltre al presidente Luigi Bradascio (Pp), i consiglieri Carmine Miranda Castelgrande, Piero Lacorazza, Achille Spada, Roberto Cifarelli e Mario Polese (Pd), Giannino Romaniello, Aurelio Pace (Gm), Michele Napoli (Fi) e Giovanni Perrino (M5s).