“Vivo oggi come consigliere del Pd una situazione di caos e di incertezza, più volte manifestata, che riguarda il gruppo consiliare, ma anche il partito cittadino”.
E’ quanto sostiene in una nota il consigliere comunale di Potenza del Pd, Nicola Lovallo, il quale ricorda di aver chiesto “chiarezza e trasparenza in ogni atto politico e amministrativo. L’amarezza del comunicato emesso da alcuni consiglieri del mio partito, tra i quali ho scoperto con stupore anche il presidente del Consiglio, per il quale ho profuso grande impegno in fase di campagna elettorale, è determinata principalmente da un atto di accusa nei miei confronti che non trova ragione di essere.
Ho contribuito dalla prima ora alla nascita del partito che rappresentiamo in Consiglio comunale, mi sarei atteso – prosegue Lovallo – convergenza rispetto al programma che avevamo condiviso alla vigilia della tornata elettorale e, invece, non solo non è presente alcun riferimento a quel progetto, ma anzi, mi si accusa di non essere stato coerente col mandato affidatomi dai cittadini.
Si arriva, addirittura, a indicarmi come rappresentante della minoranza consiliare, senza che a questo ruolo mi abbia relegato alcuna decisione democratica, né della direzione cittadina, né dell’assemblea cittadina, né del gruppo consiliare”.
Per Lovallo quello che sta accadendo a Potenza “è davvero incomprensibile e giustamente la gente ci guarda con sospetto e ci vede non come classe dirigente, ma come persone impegnate a cercare solo organigrammi, cariche e interessi personali. Ultimo episodio emblematico la nomina a presidente della Quinta commissione, della quale sono componente, Gerardo Nardiello, nomina per la quale gli formulo i migliori auguri, anche essendo legati da stima e amicizia che va oltre il ruolo politico-istituzionale, nomina che però mi è stata comunicata solo al momento della mia partecipazione alla prima seduta utile dell’organo consiliare, dunque senza che fossi stato in minima parte avvisato del percorso intrapreso, né dal capogruppo né dalla segreteria cittadina.
Esprimo l’auspicio che, già a cominciare dai prossimi incontri, sia dentro sia fuori il Palazzo del Consiglio, si possa tornare a parlare di politica vera, quella che la città si aspetta, quella in grado di ascoltare i cittadini, per esempio sul Tpl, evitando, così come è stato fatto, di escludere larga fetta della popolazione di zone rurali e quartieri, addirittura per il servizio scolastico degli istituti dell’obbligo, dall’Infanzia alla Secondaria di Primo grado.
Penso anche – propone Lovallo – a discussioni su temi legati all’urbanistica (area artigianale e altro) Bucaletto, efficientamento energetico, con la pubblica illuminazione ridotta al ‘lumicino’ nelle contrade per il quale sarebbe opportuno un piano straordinario di intervento per garantire la sicurezza, piano di Protezione civile, con particolare riferimento al completamento dell’area di ammassamento precedentemente individuata, viabilità rurale, completare i servizi essenziali sulle zone di campagna, quali acquedotto e fognatura, Agenda urbana, tutti temi sui quali il confronto oltre che utile, dovrebbe essere obbligatorio anche se così non è stato. Il mio approccio continua a essere positivo e, malgrado tutto, credo che la tendenza negativa intrapresa possa essere invertita” conclude Lovallo.