Le aree di servizio autostradali saranno chiuse per 48 ore da domani, martedì 20 settembre, a dopodomani, mercoledì 21 settembre, a causa dello sciopero generale proclamato dalle organizzazioni dei gestori. La decisione, si legge in una nota congiunta di Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio, è motivata “dall’allarme ingenerato da una gestione di fatto opaca ed inaccessibile a qualsiasi tipo di comprensione delle oltre 200 gare che pure riguardano un bene in concessione pubblica e che stanno interessando altrettante aree di servizio, vale a dire il 50% della rete”.
La vertenza autostrade, aperta dalle Associazioni dei gestori – prosegue la nota – continua a segnalare scarsa sensibilità istituzionale nei confronti dei problemi aperti che gravano sulla collettività. Dall’immotivato differenziale prezzi con la rete ordinaria, ai disservizi agli automobilisti legati agli atteggiamenti e alle politiche dei sub concessionari che mettono a rischio il servizio pubblico di distribuzione carburanti, alla vendita dei prodotti petroliferi con metodologia self “pre-pay” attraverso isole dedicate con grave danno al servizi pubblico all’automobilista e ai cittadini diversamente abili.
Inoltre la vertenza non conosce passi in avanti sulle questioni delle nuove tipologie contrattuali applicabili nel settore, con il risultato di nuove forme di sfruttamento sulla rete. Rimangono aperte la vicende dell’indennizzo economico a favore dei gestori che non godranno della continuità gestionale e saranno dunque espulsi dal mercato, dei mancati accordi economici, ivi compreso la definizione del prezzo massimo di vendita. Grava poi come un macigno la sottrazione delle attività sotto pensilina ai gestori da parte di ANAS.
Intanto Faib e Fegica ricordano che permane lo stato di incertezza delle aree di servizio Galdo Est ed Ovest della Salerno Reggio Calabria, sul tratto lucano. Per Faib e Fegica la proposta di Anas di revoca degli accordi assunti nel 2013 a fronte di una imminente realizzazione delle nuove aree ove riallocare le attività delle imprese e ovviamente i lavoratori occupati, risulta allo stato attuale come un tentativo di sottrarsi a precisi obblighi e adempimenti risultanti dalla complessa trattativa conclusa in sede istituzionale. Si tratta per le Associazioni dei gestori di un tentativo grave ed eticamente scorretto, trattandosi di circa 50 famiglie coinvolte, a cui le Istituzioni coinvolte non possono non garantire il rispetto degli accordi siglati in sede pubblica.