Compariranno il 6 ottobre prossimo davanti ai giudici le 59 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, sviluppatasi su due filoni: l’attività estrattiva nel centro olio di Viggiano, con particolare riferimento allo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla stessa, e i rapporti tra amministratori locali e aziende impegnate nella realizzazione a Tempa Rossa, in agro di Corleto Perticara, di un nuovo centro olio.
La notizia, riportata da “Il Quotidiano del Sud”, giunge a nove mesi dall’arresto di cinque tecnici del Cova e della ex sindaco di Corleto Perticara.
Si tratta della responsabile dell’Unità di Sicurezza, Salute e Ambiente del Distretto Meridionale Eni, Roberta Angelini, e di altri quattro tecnici: Vincenzo Lisandrelli, Nicola Allegro, Luca Bagatti ed Antonio Cirelli.
Secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile di Potenza, per raggiungere questo scopo, avrebbe anche minacciato di non rilasciare i permessi richiesti per realizzare l’opera.
Roberta Angelini, responsabile dell’Unità di Sicurezza, Salute e Ambiente del Distretto Meridionale Eni e gli altri tecnici indagati sono accusati, invece, di traffico illecito di rifiuti pericolosi, avendo contraffatto, secondo quanto emerge dall’indagine dei carabinieri del Noe, i codici dei rifiuti, provenienti dall’attività estrattiva e trasferiti negli impianti di Tecnoparco in Val Basento per essere smaltiti.