Sono passati dieci anni dalla posa di “quel cavo” che è diventato il maggiore attrattore turistico della Basilicata.
L’idea nasce però qualche anno prima, “in una serata d’estate, da un racconto di un viaggiatore francese il quale raccontava di come i bambini andini usavano recarsi a scuola aggrappandosi ad una carrucola e lasciandosi scivolare per i pendii delle montagne sudamericane”.
Questo è il racconto di Nicola Valluzzi, presidente della Provincia di Potenza, sindaco di Castelmezzano e ideatore dell’attrattore, che intervistammo nel 2013.
Riportiamo di seguito l’articolo
Potenza, giugno 2013 – Un tuffo tra cielo e terra, circondati da un paesaggio indimenticabile. Un’emozione vista dall’alto lungo il “filo delle meraviglie” per vivere l’ebbrezza del volo cavalcando il vento al cospetto della maestosità delle Dolomiti lucane.
Nel cuore della Basilicata, un cavo d’acciaio sospeso tra le vette di due paesi, Castelmezzano e Pietrapertosa, consente di vivere un’emozione unica: il Volo dell’Angelo.
Si tratta di un attrattore di nuova concezione che permette una fruizione innovativa del patrimonio ambientale rispondendo ad una nuova esigenza e ad un nuovo modo di intendere il tempo libero e lo svago. Un’avventura a contatto con la natura e con un paesaggio unico, alla scoperta della vera anima di un territorio nascosto, e a volte dimenticato, tra le guglie e i picchi d’arenaria delle piccole Dolomiti lucane.
“L’idea nasce in una serata d’estate da un racconto di un viaggiatore francese – spiega Nicola Valluzzi, amministratore unico della Volo dell’Angelo S.c.a.r.l. e ideatore dell’attrattore – il quale raccontava di come i bambini andini usavano recarsi a scuola aggrappandosi ad una carrucola e lasciandosi scivolare per i pendii delle montagne sudamericane. Questi, osservando i due paesini lucani aggrappati sulle cime opposte di San Martino e Peschiera, pensò di “unirli” con un semplice cavo d’acciaio. L’idea mi piacque subito”. Era il 2000.
La realizzazione tecnica dell’attrattore venne affidata ad una società francese, l’Aerofun, che aveva già installato e brevettato due impianti simili in Europa. Quella lucana diventa la linea più lunga del mondo con i suoi 1500 metri e un’altezza di quasi 500. Il cavo d’acciaio, posizionato col sistema della cosiddetta corda molla, utilizza un meccanismo di frenata basato sulla progressiva decelerazione e un tampone che, utilizzando i principi della fisica, blocca la discesa degli “angeli” che, legati con tutta sicurezza da un’apposita imbracatura, raggiungono la velocità di 120 chilometri orari.
Le linee di volo sono due: quella di San Martino, che va da Pietrapertosa a Castelmezzano, e quella di Peschiera, la più lunga ed emozionante al mondo con i sui 1550 metri di distanza, che va da Castelmezzano a Pietrapertosa, consentendo ai temerari ospiti di provare l’ebbrezza del volo per più di 90 secondi a 400 metri di altezza. La parte burocratica viene affidata ad una società a responsabilità limitata di cui fanno parte i due comuni della provincia di Potenza e la Comunità montana Alto Basento. Nel 2002 inizia la programmazione e nel 2003 il lungo e travagliato iter dei pareri: servono infatti i permessi degli enti di volo civile e militare, i pareri degli ornitologi e degli ambientalisti oltre a diverse concessioni amministrative, regionali e statali, per un totale di 24 autorizzazioni. Gli impianti si realizzano, una volta approvati tutti i pareri, in solo 7 mesi. Il primo volo viene effettuato nel 2007.
L’impatto mediatico che il Volo dell’angelo ha avuto a livello sia nazionale sia mondiale è straordinario. E’ solamente del 9 giugno scorso il “vertiginoso” servizio andato in onda durante il Tg5 delle 20 che mostra le sensazionali immagini dei temerari “angeli” che “spiccano il volo” dalle vette lucane, anche in coppia. Ed è proprio il volo in coppia la novità della stagione 2013. A partire dal 27 aprile, infatti, si potrà scegliere se librarsi in cielo da soli o in due per provare l’emozione di volare sulle Dolomiti lucane. Fidanzato e fidanzata, genitori e figli, le amiche del cuore potranno volare allineati in parallelo così da poter condividere il piacere dell’avventura e le carezze dell’aria, guardandosi negli occhi e rendendo l’esperienza ancora più avvincente. Per il volo in coppia è necessario che non venga superato il peso complessivo di 150 chili e che la differenza di peso non superari i 40; per i bambini che volano accompagnati da un adulto l’età minima consentita è di 12 anni, 16 per chi vuole avventurarsi da solo. I due paesini lucani, grazie a questa nuova attrazione, diventano famosi in tutto il mondo. Basti pensare che nel 2007, la rivista americana Budget Travel, ha definito Castelmezzano (insieme a Caraiva in Brasile, Estacada negli USA, Irgalem in Etiopia, Puerto Angel in Messico, la regione francese dello Jura, Jomsom in Nepal e Sangkhlaburi in Thailandia) una delle migliori località del pianeta tra quelle di cui non si è mai sentito parlare e il Volo dell’angelo una tra le 10 cose da fare in vita prima dei 30 anni. A cinque anni dalla nascita del Volo dell’angelo, più di 55.000 coraggiosi hanno potuto ammirare dall’alto la bellezza di una regione, la Basilicata, troppo spesso dimenticata dai grandi tour operator.
Castelmezzano e Pietrapertosa, due paesi che insieme non superano i 2.000 abitanti, condizionati da una forte emigrazione e da uno spaventoso calo delle nascite (basti pensare che il rapporto annuo morti/nascite è 10 a 1), riscoprono nel Volo dell’angelo un importante motivo di crescita. Nascono bad and breakfast, ristoranti, alberghi e 22 ragazzi del posto vengono assunti a tempo determinato come collaboratori della società gestore dell’attrattore. “Uno degli obiettivi del Volo dell’angelo – spiega Nicola Valluzzi – è anche quello di creare un piccolo modello di sviluppo economico cercando di ridistribuire i profitti sul territorio”. Dopo sei anni di continua crescita è possibile ammettere che l’obiettivo è stato raggiunto.
“E’ qui da queste creste inchiodate al cielo, che spiccano il volo gli angeli e le streghe all’inseguimento dei falconi, prìncipi delle vette, cul confine incerto fra la veglia e il sogno”, scrive Mimmo Sammartino nel suo libro “Vito ballava con le streghe”. Il Volo dell’angelo è un po’ anche questo, un tuffo nella fantasia, nell’imaginazione, nelle storie di streghe e angeli raccontate un tempo davanti al focolare. Un’esperienza, un viaggio, una prova di coraggio, un’apnea ad alta quota, un urlo di adrenalina. Chi prova l’emozione di quell’attimo in cui il moschettone viene sganciato e si nizia a volare, troverà sempre nuove parole per descrivere tale sensazione. Bisogna solo trovare quel pizzico di coraggio e provare per un attimo a diventare un angelo.