Nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio, in particolare del filone Tempa Rossa, risulta indagato anche il consigliere regionale del Pd, Vincenzo Robortella (nella foto di copertina), in quanto socio della “Outsourcing srl”, società che avrebbe ricevuto, secondo l’accusa, fondi pubblici nonostante dall’indagine della Sqadra Mobile di Potenza risultasse inattiva.
Il coinvolgimento nell’inchiesta ha creato qualche problema politico per il consigliere Robortella, eletto presidente della terza Commissione Consiliare Ambiente ed Attività Produttive.
Con una nota inviata a “Ufficio Stampa Basilicata”, che pubbliciamo qui di seguito, il consigliere Robortella chiarisce la sua posizione, sperando che possa servire a placare le polemiche che ritiene strumentali.
Ecco la lettera
“Gentile Direttore,
Le scrivo perchè credo sia giunto il momento della chiarezza. Non tanto per me stesso, ma per offrire una lettura aderente ai fatti agli organi di stampa e alla comunità tutta. E’ una scelta di verità e non di difesa personale. Per quest’ultima ci sono le autorevoli sedi deputate a farlo e quando arriverà il momento con la serenità che mi distingue affronterò con fiducia tutto il percorso giudiziario. Diversa è invece la sete di verità di tutti i cittadini che va, evidentemente, ristorata anche per evitare un antipatico stillicidio di giudizi trancianti e di strumentali attacchi che non credo di meritare. Non fosse altro perchè leggo ormai quotidianamente di una interpretazione dei fatti non solo parziale ma addirittura travisata.
Quello che mi preme è ristabilire la verità. Lo devo, in qualità di consigliere regionale eletto, a tutti coloro in questi mesi mi sono stati vicino e che continuano a credere in me. Lo devo, inoltre, ai miei cari, alla storia che rappresento e ai tanti che mi chiedono ormai da tempo di chiarire tutta una vicenda che da alcuni viene descritta con esercizi di pura fantasia e gratuita cattiveria. L’aver deciso di scrivere ai direttori degli organi di stampa e della comunicazione non è una scelta improvvisa dettata da un semplice scatto di orgoglio. Ho lungamente ponderato sul da farsi. Alla fine è prevalsa in me la volontà di voler chiarire una volta per tutte la vicenda della Società “Outsourcing srl” per la quale c’è un’indagine della Magistratura che mi riguarda.
Il mio auspicio, da uomo prima ancora che da legislatore regionale e politico, è che questa mia lettera possa rimettere nella giusta carreggiata una questione che ormai ha preso delle derive insopportabili. Cercherò senza essere troppo prolisso di ricostruire la vicenda giudiziaria che mi interessa.
Una premessa non solo doverosa: nutro profondo rispetto per i Pubblici Ministeri che hanno curato l’attività di investigazione ed ho piena fiducia nel Giudice che vaglierà la richiesta di rinvio a giudizio. Gli errori commessi dalla Polizia Giudiziaria e dai Pubblici Ministeri nel corso delle indagini – almeno per quel che riguarda me ed i soci della Outsourcing srl. – sono, tuttavia, palesi, tant’è che ogni singolo atto è stato, attentamente e minuziosamente, vagliato da parte di Sviluppo Basilicata. Oltrettutto voglio chiarire che dopo la notifica dell’Avviso di conclusioni delle Indagini, oltre a farmi interrogare, ho depositato, per il tramite del mio avvocato, una copiosa memoria difensiva e diversi documenti a mezzo dei quali ritenevo di aver chiarito la piena legittimità del mio operato e degli altri soci della Outsourcing srl.
Per evitare comunque, ancora confusione, ricordo che le indagini riguardano dei fondi assegnati da Sviluppo Basilicata alla società Outosorcing srl. In buona sostanza i Pubblici Ministeri hanno ritenuto che la Outsourcing srl, era inattiva e, pertanto, non avrebbe dovuto ricevere da Sviluppo Basilicata il contributo per la realizzazione di un Centro Servizi nell’area industriale di Guardia Perticara. Di conseguenza, hanno contestato a me ed agli altri soci il reato di truffa. La tesi, però, è del tutto fallace. La Outsourcing srl era pienamente attiva prima dell’erogazione del sostegno economico da parte di Sviluppo Basilicata. Non solo. Lo è stata in seguito e lo è tuttora.
Non è una opinione. Ci sono documenti ufficiali che provano quanto sostengo. Tra i quali la comprovata certificazione della operatività della Outsourcing srl a mezzo degli stessi atti di indagine nonchè attraverso documenti di assoluta fede, che, per il tramite del mio difensore, ho posto all’attenzione dei Pubblici Ministeri. In particolare, ho prodotto certificazioni rese da Dirigenti della Camera di Commercio di Potenza, da Dirigenti della Direzione Provinciale del Lavoro e da Funzionari della competente Agenzia delle Entrate. Proprio questi ultimi, nel corso degli anni 2013 e 2014, si sono recati presso la sede della Outsourcing e, dopo aver effettuato meticolose verifiche tecniche e contabili, ne hanno attestato l’esistenza. Ho, in sostanza, confutato l’assunto accusatorio attraverso atti redatti, in tempi non sospetti, da Funzionari e Dirigenti che, nell’interesse dello Stato, svolgono, a vario titolo, controlli sull’operato di società ed imprenditori. A margine di tutta questa documentazione trovo davvero inspiegabile che tutta questa documentazione sia stata disattesa. Anzi di più: continua a non essere considerata come se non esistesse.
E poi c’è quella che per me è la “madre” di tutte le forzature di cui, a mio modo di vedere, si caratterizza la vicenda. La Outsourcing srl, da quando è sorta ad oggi, non ha mai sottoscritto alcun contratto con società operanti, nel settore petrolifero, in Val D’Agri o a Corleto Perticara. La Outsourcing srl, pertanto, non è mai stata il centro nevralgico di business ed affari. Tanto più con le società petrolifere. Siano esse la Total, l’Eni o qualsiasi altra. Per questo trovo sconcertante l’associazione con le vicende legate al petrolio. Per tutte le ragioni esposte in precedenza, insieme al mio difensore legale stiamo pensando alla richiesta di rito abbrevviato per concludere con celerità l’inchiesta. In ogni caso ribadisco la mia più totale fiducia nella Magistratura e credo che, in ogni caso, il Gup, indipendentemente dal rito che verrà richiesto, saprà vagliare, con il necessario rigore ogni imputazione.
Mi preme inoltre, chiarire anche (una volta per sempre spero) la mia elezione a Presidente della Commissione consiliare “Ambiente ed Attività produttive”. Mi sono noti i mugugni. Rispetto le opinioni. Ci mancherebbe. Ma non posso permettere che si strumentalizzi tutto distorcendo i fatti. Questa la semplice verità: il mio coinvolgimento nell’inchiesta è legato soltanto alla presunta illecita erogazione, in favore della Outsourcing srl, di un contributo economico da parte di Sviluppo Basilicata. Null’altro mi è stato imputato; tant’è che non è stata chiesta dai Magistrati né alcuna misura personale né reale (sequestro) . Anzi tengo a precisare che negli atti dell’indagine – durata oltre 4 anni ed espletata con ogni mezzo (intercettazioni telefoniche, ambientali, pedinamenti etc.) – non v’è traccia alcuna di mie ingerenze, verso imprenditori, per assumere lavoratori o ottenere altre utilità né di mie relazioni con gli uomini di affari coinvolti o con coloro che avrebbero violato le norme in materia di tutela dell’ambiente. Ritengo, pertanto, che la mia elezione non sia né illegittima e né inopportuna. E proprio per questo ribadendo che credo nella libertà di pensiero di ciascuno – anche quando è chiaramente ispirato dalla fantasia e da mero e inutile populismo – non posso però consentire che si distorca strumentalmente la realtà. I documenti (e non fantasiose interpretazioni) oltretutto sono a disposizione per qualsiasi chiarimento. Pertanto, se i rappresentanti di Associazioni e taluni Colleghi consiglieri dovessero continuare ad alimentare la polemica fornendo alla collettività informazioni volutamente distorte e lesive della mia reputazione e del mio decoro, dovrò, per forza, tutelarmi nelle opportune Sedi Giudiziarie.
La ringrazio per l’attenzione che vorrà riservare a questa lettera, certo di aver compiuto un atto di chiarezza non solo per me e l’Istituzione che rappresento ma anche e soprattutto per il ripristino della verità”.