Don Maurizio Patriciello uomo simbolo della lotta contro i veleni della Campania, il prete della “Terra dei Fuochi”, ha visitato nella mattinata di oggi, mercoledì 10 agosto 2016, l’Irccs Crob. Don Patriciello si trova a Rionero in Vulture per l’incontro tenutosi nella serata del 9 agosto sul tema “Ambiente e tutela della salute”. L’evento è stato organizzato dall’amministrazione comunale, dal comitato festa patronale Maria SS del monte Carmelo e dalla parrocchia San Marco Evangelista, insieme alla direzione dell’Istituto, presso palazzo Fortunato. Sono intervenuti Luigi Di Toro sindaco della cittadina fortunatiana, Fermo Libutti del comitato festa, e Antonio Colasurdo direttore dell’Unità operativa complessa di Programmazione e controllo di gestione dell’Irccs Crob.
Nel corso della serata è stata consegnata, dal vicesindaco Maria Pinto, una targa al parroco del quartiere Parco Verde a Caivano, per il grande impegno profuso nelle battaglie a tutela della salute pubblica e della fertilità. “La messe è grande gli operai sono pochi” si legge sulla targa che prosegue “l’Amministrazione comunale di Rionero e l’Irccs Crob ringraziano don Maurizio Patriciello per l’impegno profuso a tutela della dignità umana, della salute e dell’ambiente inteso come giardino da coltivare e custodire per le future generazioni”. Impegno, quello di don Patriciello, che ha portato nel 2014 alla legge n°6 sulla “Terra dei fuochi”. L’incontro ha toccato i temi dell’enciclica di Papa Francesco “Laudato Sì”, e l’attività svolta quotidianamente da Don Patriciello che ha allargato il suo invito ad ogni cittadino ad assumersi la propria parte di responsabilità, secondo il ruolo ricoperto, e ad agire in tutela dell’ambiente. Nel corso della visita mattutina presso l’Irccs Crob don Patriciello, ha visto diverse unità operative ed ha avuto parole di apprezzamento per la struttura “bella ed accogliente” e per l’umanizzazione delle cure. In particolare hanno colpito l’attenzione del parroco i laboratori di ricerca “cuore pulsante dell’Istituto da cui arrivano le risposte per il futuro” e la sala dell’accoglienza “è raro trovare un luogo dedicato alla sofferenza dei parenti dei pazienti soprattutto in un ospedale pubblico”.