Il dissequestro del Cova di Viggiano (vedasi notizia – n.d.r.) corona un impegno incessante svolto dal sindacato, nel rispetto più rigoroso dell’autonomia della magistratura, a tutela dei livelli occupazionali e deve diventare l’occasione per un cambio di passo nell’affrontare le questioni che riguardano il presente e il futuro del distretto petrolifero lucano.
E’ quanto sostiene il segretario regionale della Uil di Basilicata, Carmine Vaccaro, ricordando le numerosissime iniziative assunte sia insieme alla Uiltec regionale e nazionale che unitariamente a Cgil e Cisl.
“Si tratta adesso – sostiene Vaccaro– di recuperare tutti i posti di lavoro alla data del 31 marzo scorso, comprese le 57 unità che sono state vittima del passaggio di commesse di appalti. C’è di più. Il sindacato continua a sollecitare – afferma Vaccaro – la riscrittura delle regole che hanno sinora segnato i rapporti tra Eni e Pubblica Amministrazione per colmare il divario di oltre 25 anni perduti nella realizzazione delle condizioni e delle opportunità per determinare le condizioni di uno sviluppo parallelo al petrolio e perciò duraturo.
Lo stop del Cova di Viggiano almeno per noi – conclude il segretario della Uil – è una lezione su cosa accadrà quando non ci sarà più petrolio da estrarre in Val d’Agri. Per questo dobbiamo pensare ad un’area industriale – quella di Viggiano – che possa programmare il futuro produttivo ed occupazionale con e senza idrocarburi.