Dovranno rimanere agli arresti domiciliari l’ex sindaco di Corleto Perticara, Rosaria Vicino, e i cinque tecnici dell’Eni, coinvolti nell’inchiesta sul petrolio della Dda di Potenza. La Cassazione (nella foto di copertina: la sede) ha infatti respinto il ricorso dei legali degli imputati contro il provvedimento restrittivo.
Vicino è ritenenuta responsabile di peculato, traffico d’influenze e voto di scambio. Sarebbe intervenuta sulla Total, che sta realizzando in località Tempa Rossa il centro olio, e su alcune imprese interessate alla costruzione, per far assumere persone da lei segnalate.
Secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile di Potenza, per raggiungere questo scopo, avrebbe anche minacciato di non rilasciare i permessi richiesti per realizzare l’opera.
In seguito al coinvolgimento nell’inchiesta, Rosaria Vicino si è dimessa da consigliere comunale.
La Cassazione, come dicevamo, ha respinto anche il ricorso presentato dai legali dei cinque tecnici dell’Eni, in servizio al centro Olio di Viggiano. Anche costoro ai domiciliari dal 31 marzo scorso. Si tratta di Roberta Angelini, Vincenzo Lisandrelli, Antonio Cirelli, Luca Bagatti e Nicola Allegro.
Sono accusati di traffico illecito di rifiuti pericolosi, avendo contraffatto, secondo quanto emerge dall’indagine dei carabinieri del Noe, i codici dei rifiuti, provenienti dall’attività estrattiva e trasferiti negli impianti di Tecnoparco in Val Basento per essere smaltiti.
Accuse che, sia per la Vicino che per i tecnici Eni, la Cassazione ha ritenuto valide, convermando la tesi dei PM Francesco Basentini e Laura Triassi, titolari dell’inchiesta.
Intanto al Centro Olio sono stati ultimati tutti i lavori richiesti dalla magistratura per consentire la ripresa dell’attività ferma dal 31 marzo scorso in seguito al sequestro di alcune vasche degli impianti e del pozzo di reiziezione Cosata Molina 2.
Si attende che i periti della Procura verifichino che tutto sia stato effettato secondo le prescrizioni per disporre la ripresa della produzione.