Ufficio Stampa BasilicataUfficio Stampa BasilicataUfficio Stampa Basilicata
  • HOME
  • CRONACA
  • AMBIENTE E TERRITORIO
  • ECONOMIA
  • POLITICA
  • SALUTE E SANITÀ
  • SPORT
  • CULTURA ED EVENTI
Letto "Il treno della vita" di Antonio Diella
Condividi
Aa
Ufficio Stampa BasilicataUfficio Stampa Basilicata
Aa
  • HOME
  • CRONACA
  • AMBIENTE E TERRITORIO
  • ECONOMIA
  • POLITICA
  • SALUTE E SANITÀ
  • SPORT
  • CULTURA ED EVENTI
Seguici
© 2023 Ufficio Stampa Basilicata
Ufficio Stampa Basilicata > Blog > Attualità > "Il treno della vita" di Antonio Diella
Attualità

"Il treno della vita" di Antonio Diella

USB - Ufficio Stampa Basilicata 16 Luglio 2016
Condividi
Condividi

Dopo il disastro ferroviario avvenuto a Corato, il presidente nazionale dell’UNITALSI Antonio Diella, pugliese, ha scritto a tutti soci dell’Associazione. I vagoni del treno, come per i pellegrinaggi, divengono la casa temporanea per tanti uomini e donne che condividono speranze, dolori e gioie in attesa di arrivare alla prossima stazione.
Lo proponiamo ai lettori di “Ufficio Stampa Basilicata”, convinti di trovare nelle parole di Diella la forza e la volontà di superare momenti difficili cone quelli vissuti da tante persone coinvolte nel disastro ferroviario.

- Advertisement -
Ad image

Antonio Diella, presidente nazionale Unitalsi
Antonio Diella, presidente nazionale Unitalsi

“Chissà quante volte sarò salito anche io su quel treno delle ferrovie Bari Nord per andare a Bari.
Per uno studente universitario come me, residente in provincia e che, per “difetto di moneta” e scelta di metodologia di studio, non poteva permettersi di prendere in fitto un appartamento, il pendolarismo era una decisione obbligata. E lo è stato anche quando ho cominciato a lavorare.
E si andava a Bari e si tornava, a volte anche con il treno delle Ferrovie Bari Nord.
La linea su cui è esplosa l’ecatombe.
Per noi, gente di provincia e di piccoli paesi, il treno diventa in certi periodi della vita o addirittura per quasi tutta la vita, una specie di “seconda casa”, dove intrecci amicizie e confidenze, dove stando in piedi pressati come sardine o seduti “in gruppi” sui sedili mai sufficienti, condividi problemi, racconti, speranze, piccoli e grandi drammi; dove ti addormenti, perché ti sei dovuto alzare molto presto per prendere il treno, mentre gli altri attorno a te giocano a carte o discutono di sport e del capo ufficio che non capisce niente come se tu non stessi dormendo ma poi ti sveglino alla stazione giusta per evitare che tu finisca chissà dove.
Il treno dove si parla di esami e di mutui, di figli appena nati che hanno il nome dei tuoi genitori, di concorsi con poche speranze, di domeniche in spiaggia a pochi soldi e sempre affollate, di nuovi amori e recenti delusioni.
E forse li avrò visti e incontrati i morti e i feriti di ieri; forse avrò sentito qualche brandello di loro conversazione, avrò sorriso della battuta di qualcuno, avrò guardato male il ragazzo che ha detto una battuta a voce troppo alta mentre sonnecchiavo. Certo avrò parlato qualche volta con il dirigente della Polizia di Stato che ieri tornava dalle ferie ed è morto nell’incidente ferroviario.
Ma quei visi li conosco comunque, sono i visi della mia gente, della vita ordinaria di tanti e mia.
Sono i volti dei pendolari delle linee ferroviarie minori, dei treni mai sufficienti e mai in orario, di quelli che sgranano gli occhi quando sentono parlare di alta velocità per i treni merci e si sentono meno importanti di un carico di prodotti e che pensano di essere quasi “cittadini diversi” quando la sera tornano a casa dal lavoro e vedono in tv le mirabolanti carrozze dei treni ad alta velocità, dove tutti sorridono e siedono in comode poltrone e volano verso la loro destinazione accuditi da personale ferroviario sempre sorridente, sempre disponibile, bello quasi come il sole.
Puglia_scontro_treni_Fg1
Il pendolare sa. Sa tante cose. Vive tante cose. Impara la sottile arte della sopravvivenza ferroviaria.
Per questo il dolore è grande, per il disastro ferroviario di ieri. E’ accaduto qui. Vicino a casa mia.
Perché insieme alle persone capisci che muore una parte della tua speranza di garantire a tutti e soprattutto a chi ha più necessità e ha meno possibilità non solo uguaglianza, ma anche servizi decenti e sicurezza massima.
Perché non ne possiamo più di inefficienze e ritardi, di lentezze e comizi, di giustificazioni post mortem e di irresponsabilità diffuse.
Il Sud, il Nord; le “lamentazioni” del sud e la efficienza del nord: verità e chiacchiere si confondono, perché la marginalità è ovunque e la incapacità di valorizzare persone e territori non è più il privilegio solo di alcune zone arretrate del Paese.
Restano la sofferenza e la rabbia. Per questi poveri morti. Per i feriti. Per tutti coloro che all’improvviso sono stati catapultati in un vortice inarrestabile di sofferenza. Per questa nostra Italia, dove le liturgie delle promesse di miglioramento e di giustizia si celebrano sempre “dopo”, sui disastri già avvenuti del nostro territorio e sugli incidenti ferroviari e sui crolli devastanti già accaduti, sulle alluvioni già verificatesi.
Con Palma Guida, Presidente dell’Unitalsi Pugliese, chiediamo a tutti i soci dell’Unitalsi, proprio a tutti, di pregare insieme o nel silenzio personale il Signore della Vita e della Misericordia per tutti coloro che sono morti e per chi sta adesso soffrendo per il disastro ferroviario di Andria, ringraziando i tanti che hanno voluto farci sentire il loro affetto e il loro dolore.
E chiedo a tutti i soci dell’Unitalsi, a noi che sappiamo quanto sofferenza circola nel mondo, di conservare l’indignazione per quanto accaduto e accade e di non dimenticare che la prima “fatalità” a cui dobbiamo opporci è la nostra abitudine a sentirci “estranei” a ciò che succede nel nostro Paese. Perché la colpa non è mai sempre solo degli altri ma anche di chi decide di essere sempre e solo spettatore disincantato e assuefatto”.

Potrebbe interessarti anche:

Sottoscritto a Potenza l’accordo per l’introduzione del Congedo Didattico Mestruale nelle scuole superiori

Torna l’ora solare, lancette dell’orologio indietro di un’ora

Potenza: 550 giovani alla festa organizzata dalla Pastorale giovanile

Potenza: per il contrasto agli stupefacenti i professionisti a confronto

Il Ce.St.Ri.M. compie trent’anni

Tag antonio diella, corato, disastro ferroviario, Unitalsi
USB - Ufficio Stampa Basilicata 16 Luglio 2016 16 Luglio 2016
Condividi su:
Facebook Twitter Whatsapp Whatsapp Email Copia il link Print
Precedente Gennaro Esposito è del Potenza, nel suo curriculum l'esordio in Serie A con il Siena e tre campionati di B
Successivo Nova Siri, ultimo saluto a Giulia Favale. Ugl: "Tante volte denunciate anomalie sistema ferroviario"
- Ad -
Ad image

ULTIMI ARTICOLI

Teatro ragazzi: a Tito la presentazione della nuova edizione di “Scintille”
La CIA sul completamento e messa in sicurezza della diga del Rendina
“Generazioni in dialogo. Racconti e confronti sui primi 80 anni del CIF”
Sottoscritto a Potenza l’accordo per l’introduzione del Congedo Didattico Mestruale nelle scuole superiori
Le forme invisibili della violenza, consapevolezza e cultura al centro
Violenza di genere, Pittella: Occorre un balzo in avanti per un’etica della responsabilità
Progetto di reindustrializzazione del sito ex MUBEA (Melfi). Esame congiunto presso la Regione Basilicata
Potenza: FdI celebrati i tre anni di governo Meloni con il ministro Abodi
Torna l’ora solare, lancette dell’orologio indietro di un’ora
“San Carlo Day”, presentato il report aziendale dell’Azienda ospedaliera regionale
about us
Chi Siamo

Ufficio Stampa Basilicata, quotidiano di informazione online, è una Testata Giornalistica Multimediale iscritta nel Pubblico Registro della Stampa del Tribunale di Potenza n. 452 del 09/03/2015.
Contattaci: info@ufficiostampabasilicatait.trasferimentiaruba.it

Seguici anche su:

© Ufficio Stampa Basilicata
Welcome Back!

Sign in to your account

Hai perso latuapassword?