Ieri, lunedì 11 luglio 2016, Rita Bernardini, ex segretaria dei Radicali Italiani e presidente dell’associazione “Nessuno tocchi Caino”, Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani, Nicola Valluzzi, presidente della Provincia di Potenza, e Nicola Benedetto, consigliere della Regione Basilicata, hanno visitato l’istituto penitenziario di via Appia per verificare le reali condizioni in cui vivono detenuti e personale. I dati sono stati presentati, successivamente, in una conferenza stampa svoltasi presso il Tourist Hotel di Potenza.
“Amnistia per la Repubblica e per uno Stato criminale che continua a violare le leggi e i diritti di cittadini e detenuti”. Così Maurizio Bolognetti, dati alla mano, riferendosi ai tempi biblici della Giustizia italiana. Sono infatti 3598 i giorni necessari per portare a termine un processo civile in Basilicata (3449 quelli medi in Italia).
“La fotografia della giustizia civile è questa: 10 anni per un processo – ha ribadito Bolognetti – se a questo aggiungiamo il fatto che la maggior parte degli istituti penitenziari italiani sono illegali diventano ancora più forti e cariche di significato le parole di Marco Pannella quando affermava che le carceri sono la nuova shoah”.
“La crisi di uno Stato si legge anche dalla crisi delle carceri e della giustizia”, ha esordito Nicola Valluzzi.
“Come rappresentante istituzionale visitai già nel 2006 l’istituto potentino – ha aggiunto Valluzzi – Pannella ha avuto, tra gli altri, il grande merito di accendere un riflettore sulla situazione delle carceri italiane: quello di Potenza presenta sicuramente delle criticità ma non come quelle, più gravi, di altre strutture nazionali”. “Il sistema carcerario vive oggi una situazione difficile anche a causa della crisi economica – ha aggiunto Valluzzi – Fino a quando la situazione finanziaria non migliorerà, le carceri resteranno sempre in fondo alle scelte e alle attenzioni dello Stato”. “Questa visita è stata sicuramente una buona occasione e un’opportunità importante per guardare da vicino una realtà non sempre facilmente comprensibile: la conoscenza è sicuramente la rappresentazione migliore per il buon governo”, ha concluso il presidente della Provincia di Potenza.
“Entrare in carcere, verificare di persona in quali condizioni vivono detenuti e dipendenti significa avvalersi del diritto alla conoscenza, quel diritto che è stato il lascito più importante di Marco Pannella insieme ai suoi esempi di non violenza e di lotta per i diritti civili”. Questo il commento di Rita Bernardini che ha poi descritto la situazione riscontrata.
“Una situazione che presenta molte criticità sia organiche sia strutturali: dei 147 agenti di polizia penitenziaria previsti in pianta organica ce ne sono solamente 102; i 207 posti regolamentari, anche se sufficienti per i 200 detenuti presenti, sono assolutamente inadatti per mancanza di spazio fisico e privacy essendo arredati con letti a castello, bagni a vista e ciechi (senza finestre o aeratori). Gli educatori, figura fondamentale in un istituto dove i detenuti sono tutti con sentenza definitiva, sono soltanto 3 invece che 7; assolutamente inadatto il numero di ore di consulenza dello psichiatra dell’Asp che è disponibile solamente 10 ore al mese”. “Non essendo mai stata avviata la sorveglianza dinamica – continua la Bernardini – i detenuti trascorrono quasi 20 ore al giorno all’interno delle celle, in una condizione di cattività”.
Dei 200 detenuti presenti nel carcere di via Appia ci sono 11 donne, molti stranieri (soprattutto albanesi, rumeni e magrebini) e molti pugliesi e campani.
E’ presente un regolamento di istituto ma, come ha raccontato l’ex segretaria dei Radicali, “nessun detenuto lo conosce ed è scritto solamente in italiano”.
“Il regolamento dovrebbe essere consegnato a ciascun detenuto al momento del loro ingresso in carcere”, ha spiegato la Bernardini che ha concluso la sua audizione con una dura denuncia. “Il fatto più grave che abbiamo registrato durante la visita e che voglio apertamente denunciare è il fatto che il magistrato di sorveglianza non svolge i compiti che gli sono affidati ossia quelli di visitare e tenere sotto osservazione regolarmente la situazione del carcere”. “I detenuti interrogati hanno dichiarato di non averlo mai visto e soprattutto di non aver mai ricevuto risposte alle loro istanze”, ha concluso Rita Bernardini.
Questa mattina Bernardini, Bolognetti e Benedetto visiteranno il carcere di Matera (nella foto)
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