Antonino La Vecchia, figlio di Leandro, è stato, insieme al padre, uno dei protagonisti dell’Abriola-Sellata.
Antonino La Vecchia, quali sono i suoi primi ricordi dell’Abriola -Sellata?
Risalgono al 1971 e alle prime gare di mio padre. L’Abriola-Sellata fu una gara voluta da Francesco Solimena e da mio padre, Leandro, che scelsero insieme quel percorso. Il 1971 fu un anno particolare perché ci fu prima la famosa Amalfi-Agerola, dove parteciparono diversi piloti potentini e poi finalmente la nostra Abriola-Sellata. Io avevo 10 anni ma la ricordo come se fosse ieri.
Il ricordo più grande che ho è legato naturalmente alla partecipazione di mio padre. Poi il fatto di vedere queste auto da corsa di una potenza mostruosa e soprattutto il pubblico. La grande partecipazione che dalla prima edizione in poi accompagnò la fama e la crescita dell’Abriola-Sellata è stato sicuramente uno dei fattori che contribuì a far diventare la gara una delle più importanti e belle d’Europa. Ricordo migliaia di persone che riempivano ogni angolo e ogni tornante durante tutto il percorso. Era sconvolgente.
La foto sulla locandina dell’Abriola-Sellata riporta proprio papà alla partenza della prima Abriola-Sellata, nella sua Alfa Romeo Giulia GT Sprint veloce, gruppo 1, del 1967.
Lei è nato tra i motori. Quali sensazioni provava quando accompagnava suo padre alle gare?
Sensazioni ed emozioni fortissime. Ricordo in particolare la gara del 1974 quando, per la prima volta in Italia, papà si inventò di fare la gara due volte con due macchine diverse grazie ad una deroga della Csai. Partì con un’Alfa Romeo Gt gruppo 2, già preparata quindi, arrivò sopra, all’arrivo, e di corsa prese una Citroen DS, la famosa “ferro da stiro”, e riscese per i boschi fino alla partenza dove ripartì a bordo di una Lola 1300. Quella fu anche la prima volta che papà corse con un prototipo. In quell’occasione vinse sia con la GT sia con Lola mettendo il record con entrambe le auto. Fu davvero una grandissima emozione.
Le sue partecipazioni all’Abriola-Sellata?
Partecipai la prima volta nel 1998. Erano i primi tempi che correvo con la Sierra Cosworth. Arrivai primo nel gruppo N e sesto assoluto. Poi nel 1990 con una Renault 5 Turbo ma ebbi problemi con l’auto e mi ritarai. Comunque il mio ricordo più importante è quello del 1995 quando partecipai con l’Alfa Romeo 155 v6 ti che mi venne consegnata pochi giorni prima dal team ufficiale Alfa Corse. Un’auto con la quale, nonostante fosse una macchina da pista e non da salita, feci la più grande prestazione della mia vita che mi valse il secondo posto assoluto nella Corsa dei Campioni, una gara ad inviti dove parteciparono i migliori piloti di prototipi. Realizzai la migliore prestazione assoluta di un auto a ruote coperte e la migliore assoluta di un lucano nella storia dell’Abriola-Sellata.
Se avessi avuto l’ultima evoluzione della 155 con la quale vinsi i miei campionati italiani, avrei potuto battere l’allora campione italiano, Irlando, che arrivò primo. L’anno successivo, l’Abriola-Sellata non venne più organizzata e non ebbi più la possibilità di provare e migliorarmi e quindi a vincerla.
Qual è stato, invece, il miglior risultato di suo padre?
Settimo assoluto con una X1/9 Dallara.
L’Abriola- Sellata potrà tornare quella di una volta?
Penso che sia davvero molto difficile se non impossibile. L’Abriola-Sellata ha rappresentato una delle gare in salita più belle, più complesse e propedeutiche per i giovani piloti di tutta Europa. Oggi la politica e i costi renderebbero davvero difficile riportare la corsa a quei livelli. Negli anni ‘70/’80 la gara portava circa 40mila spettatori e oltre 400 piloti. Bisognava fare le qualifiche il sabato. E’ stato un evento straordinario reso possibile soprattutto grazie alla volontà di Francesco Solimena e a mio padre che insieme a lui scelse il percorso. Fu una favola indimenticabile per chi ha avuto la fortuna di viverla. Ancora oggi i più grandi piloti delle corse in salita ricordano l’Abriola-Sellata per la complessità e la bellezza di una competizione che ha fatto la storia dell’automobilismo sportivo in Basilicata.