E’ uno dei problemi maggiormente sentiti dalle piccole imprese quello dei costi dell’energia.Un dato per tutti: un’ impresa lucana paga per l’energia elettrica 2.466 euro in più all’anno rispetto ai colleghi europei.
A denunciarlo è Antonio Miele, presidente di Confartigianato Basilicata, confederazione che contesta da sempre quello che viene definito “il meccanismo degli oneri di sistema”. In soldoni: 11 balzelli che gonfiano del 45% la bolletta elettrica dei piccoli imprenditori.
Miele precisa che “una piccola impresa tipo arriva a pagare una bolletta elettrica annua di 14.408 euro, di cui il 35,3% è determinato dagli oneri generali di sistema e il 6,1% da oneri fiscali. Una situazione che, per il presidente di Confartigianato lucana, è ancor più intollerabile in Basilicata, terra macrofornitrice di petrolio e gas, e paradossale al punto che il gas di derivazione dai pozzi della Val d’Agri è diventato un beneficio sia pure parziale per le famiglie di una decina di comuni della Val d’Agri ma non per le aziende che risiedono in quel territorio. Una regione che dispone di una società, la SEL, con una mission specifica, che non fa nulla per le aziende.
Ma la situazione per le piccole e medie imprese potrebbe peggiorare. Nel decreto Milleproroghe varato a febbraio di quest’anno è, infatti, prevista la riforma della struttura tariffaria degli oneri generali di sistema. Un cambiamento che l’Autorità per l’energia sta mettendo a punto nei dettagli tecnici, mentre il Ministero dello Sviluppo economico deve stabilirne le date di attuazione.
Proprio su contenuti e tempi della riforma è intervenuta Confartigianato con una lettera inviata il 24 giugno al Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.
“Abbiamo messo nero su bianco – precisa Miele – le forti preoccupazioni per i rischi di nuove complicazioni e di maggiori costi derivanti dalla riforma a danno di 7 milioni di piccoli imprenditori. In sintesi, la nostra sollecitazione è quella di riconsiderare la riforma approvata a febbraio sia nel merito che nei tempi di attuazione.
Secondo il Presidente di Confartigianato il problema va risolto a monte: il meccanismo degli oneri generali di sistema va completamente ripensato. Innanzitutto va spostato sulla fiscalità generale parte del prelievo oggi concentrato sulle piccole imprese e deve essere ripartito in modo più equo il peso degli oneri tra le diverse dimensioni d’azienda.
E già dalla fine del 2015 è tornato a salire il costo dell’energia elettrica per le piccole imprese. L’Indice Confartigianato del costo dell’energia elettrica sul mercato di maggior tutela di una Micro-piccola impresa (MPI) tipo per il quarto trimestre 2015 segna un aumento del 2,7% rispetto al trimestre precedente mentre scende del 6,2% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, diminuzione più intensa rispetto alla flessione tendenziale del 5,0% rilevata nel trimestre precedente.
L’Indice proposto da Confartigianato – lo ricordiamo – intercetta la dinamica dei prezzi per sette profili maggiormente rappresentativi per settore e domanda di energia delle imprese artigiane e delle micro e piccole imprese fino ai 20 addetti con una maggiore intensità di utilizzo del fattore energia elettrica e trova la sintesi in un profilo tipo con una potenza impegnata di 45 kW e un consumo annuo di 60 MWh che, al quarto trimestre 2015, sostiene un costo annualizzato per l’energia elettrica di 11.896 euro.