Una presenza significativa e rilevante quella della Basilicata al quattordicesimo Ischia film festival, premio cinematografico internazionale sulla diversificazione culturale dei territori e che si svolgerà dal prossimo 25 giugno al 2 luglio nella scenografica location del Castello d’aragonese.
Il programma della kermesse segna due lungometraggi di successo come “Un Paese quasi perfetto” di Massimo Gaudioso e “Ustica” di Renzo Martinelli, tre corti finanziati dal Bando alla crisi, due documentari in vetrina, un Focus dedicato alla Basilicata e presenze significative al convegno internazionale della manifestazione che ha lanciato nel mondo il neologismo del cineturismo grazie all’intuito del direttore artistico della manifestazione Michelangelo Messina che sin dal primo edizione ha posto l’accento sulle potenzialità economiche e turistiche di sviluppo provenienti dal connubio tra produzione cinematografica e territorio. E al prestigioso convegno internazionale di questa edizione su “Lo sviluppo del cineturismo in Europa a 14 anni dalla sua nascita: analisi e prospettive” insieme ad esperti internazionali come Sue Beeton e Adrian Cotton registrerà l’intervento istituzionale della regione Basilicata Rilevante e significativo anche il contributo della dirigente dei sistemi turistici culturali della regione Basilicata, Patrizia Minardi che ad Ischia presenterà il progetto “Tourism movie” approvato dalla giunta regionale e candidato alla promozione nazionale dell’ ENIT, nell’ambito dei progetti interregionali “South route” e in coerenza con l’anno dei cammini 2016. Il progetto lucano presenta tre percorsi fruibili di cineturismo e si svilupperà, nella prossima triennalità, ancora su altri percorsi coinvolgendo tutto il territorio regionale.
Tra i relatori della giornata di studio anche il direttore della Lucana Film Commission Paride Leporace che si confronterà con diversi colleghi italiani ed esteri presenti ad Ischia e Giuseppe Lalinga che con il Gal Bradanica ha da tempo avviato la significativa esperienza di Cineturismo experience nella collina materana.
La Lucana Film Commission ha contribuito ad ideare il focus dedicato alla regione Basilicata che vedrà uno dei momenti più salienti con la prima assoluta del documentario “L’utile meraviglia. Gli orti saraceni di Tricarico”
Il film, realizzato grazie al Comune di Tricarico in collaborazione con la Lucana Film Commission, esplora il ricamo della terra che genera visioni da land art. Il viaggio dell’acqua, il percorso del più prezioso bene che l’uomo ha saputo raccogliere, goccia per goccia, ha portato la troupe diretta da Bentivenga nei giardini con frutteti, nelle cisterne, nei canali, per le scalette di pietra antica fino alle miriadi di orticelli, molti ormai abbandonati. E’ il percorso dell’acqua, il filo conduttore di questo film documentario.
Rilevante la presenza dei cortometraggi del “Bando alla crisi” in gara e fuori concorso. In anteprima nazionale sono stati selezionali per il concorso “Papaveri e papere” della giovane regista lucana Adelaide De Fino e “Centosanti” del materano Roberto Moliterni, che dopo essersi distinto come sceneggiatore e scrittore vincendo numerosi premi nazionali esordisce alla regia. I due lavori sono accomunato dal fatto di aver ambientato la storia nella Matera degli anni Cinquanta. L’epoca della modernità invece per “Cenere” di Gianni Saponara che ha molto valorizzato in questo suo ultimo lavoro la recitazione del protagonista interpretato dall’attore lucano Nando Irene.
Completa la ricca offerta la proiezione del documentario “ “La transumanza in Basilicata, una storia vera”, scritto e diretto da Mario Raele, e girato lo scorso anno tra le campagne ed alcuni storici tratturi della regione.
“La transumanza in Basilicata, una storia vera” è stato inserito nel cartellone delle opere “Fuori concorso” ma per l’autore, e la società di produzione, la lucana Rvm Broadcast srl,” la selezione in un contesto di settore così importante è motivo di grande felicità e soddisfazione, poiché premia un lavoro lungo e non semplice, che mai si sarebbe potuto realizzare senza l’attiva ed entusiastica collaborazione dei massari protagonisti, e che, ancora una volta, promuove il territorio raccontando le sue antiche tradizioni e gli sforzi compiuti dalla comunità per mantenerle vive”.