Un’esperienza emozionante, un’esplosione di colori e di allegria che affascinerà gli appassionati di pittura e tutti quelli che amano l’arte in ogni sua forma.
“Il viaggio di Gabriela” ti aspetta giovedì 16 giugno 2016 alle ore 19.00 al ristorante pizzeria “Il Gazebo” in località Pantano di Pignola.
Nelle opere di Gabriela Jantoniu si concretizza la possibilità di guardare il mondo con occhi sognanti e mai dormienti, si fa esperienza della magia; esistenza che, attraverso la visione artistica, trasforma la quotidianità in un elogio dell’immaginazione, come mezzo per tradurre la realtà e comprenderla fino in fondo. Gabriela Jantoniu, rumena per nascita italiana di adozione, abita e opera a Potenza, vive nei paesaggi, nei suoi quadri tra cattedrali russe e città fantastiche. Attratta dalla pittura già in giovane età, Gabriela studia a Iași presso l’artista Georgeta Orobez e forma il suo gusto a contatto con l’arte figurativa rumena, ma con uno stile personalissimo di grande immediatezza che ha il sapore dello stile naif alla Meloniski o alla Musante. Un trionfo di porporine colorate, pennellate cariche, colori brillanti e pieni accompagna l’osservatore all’interno del meraviglioso universo dell’artista, popolato di Matrioske danzanti, di esseri fantastici e animali colorati. Chi guarda si ritrova in atmosfere oniriche e misteriose ma allo stesso tempo, è accompagnato serenamente all’interno del quadro e si scopre a suo agio nel racconto narrato sulla tela: con i suoi dipinti, Gabriela Jantoniu ci trasporta forse nella più intima delle dimensioni umane, quella del ricordo e della spensieratezza dell’infanzia. E con la stessa spensieratezza visionaria di Chagall, la Jantoniu riscrive la realtà filtrandola attraverso i suoi occhi in una narrazione incantata: attinge liberamente al repertorio dei segni naturali e traducendoli nel suo linguaggio fiabesco, trova un lessico originale eppure molto leggibile. Introduce nelle sue opere la dimensione della possibilità: offrendo all’osservatore la facoltà di vivere in mondi inesistenti eppure reali, gli permette di sognare, come nel gioco dei bambini, ambientazioni tangibili, anche se soltanto immaginarie, per poter in qualche modo fermare il tempo e concedere una sempre nuova esistenza all’infinito immaginario che ognuno conserva.