“Dopo aver ristagnato nell’anno precedente, nel 2015 l’attività economica in Basilicata ha registrato una lieve ripresa”.
E’ quanto emerge dal rapporto di Banca d’Italia, presentato oggi dal direttore della filiale di Potenza, Giancarlo Fasano, e dagli analisti Marco Lozzi e Maddalena Galardo.
Gli esperti di Bankitalia confermano che nel 2015 si è rafforzata la crescita del settore industriale: l’aumento delle vendite ha tratto impulso in particolare dalla dinamica del comparto automotive, dove assume un ruolo rilevante lo stabilimento FCA di Melfi.
Le esportazioni regionali sono più che raddoppiate rispetto all’anno precedente grazie soprattutto al contributo del settore autovetture. Al netto del comparto, che rappresenta i tre quarti delle vendite regionali all’estero, l’export è cresciuto in modo sostenuto, anche per effetto del buon andamento dell’agroalimentare e del petrolio greggio; sono invece tornate a ridursi le esportazioni di mobili.
Il settore delle costruzioni ha continuato a mostrare segnali di debolezza: il valore aggiunto si è ridotto, beneficiando – si precisa nel rapporto di Bankitalia – solo in parte della ripresa delle compravendite di abitazioni, che ha riguardato in modo più intenso la provincia di Matera.
È proseguita la stagnazione dell’attività nel settore dei servizi. Tra i comparti in crescita si evidenziano il commercio di beni durevoli, che ha mostrato un sensibile incremento delle vendite, e quello turistico. Quest’ultimo ha registrato un ulteriore aumento dei flussi di visitatori, soprattutto di quelli diretti verso la città di Matera, designata nell’ottobre del 2014 Capitale europea della cultura per il 2019. Negli ultimi sette anni le presenze turistiche a Matera sono triplicate, a fronte di un aumento di un quarto in regione.
L’occupazione è aumentata nel 2015 più che in Italia e nel Mezzogiorno. L’aumento si è registrato soprattutto nel comparto industriale e in misura minore nei servizi. L’incremento è risultato più intenso per i lavoratori dipendenti, in particolare per quelli a tempo indeterminato, anche grazie agli sgravi contributivi introdotti all’inizio del 2015 e al Jobs Act. L’aumento dell’occupazione – si precisa nel rapporto – ha inoltre interessato in modo più marcato i lavoratori con titolo di studio più elevato e, tra questi, i laureati. Il tasso di disoccupazione è sceso al 13,7 per cento, un livello significativamente inferiore alla media del Mezzogiorno; il calo ha riguardato soprattutto i giovani.
La lieve ripresa dell’attività produttiva si sta lentamente riflettendo sulla dinamica degli aggregati creditizi. Nel 2015 si è interrotto il calo in corso da circa un triennio del credito erogato da banche e società finanziarie alle imprese. I prestiti hanno registrato una crescita in tutti i settori produttivi, a eccezione di quello delle costruzioni, dove hanno continuato a diminuire. Il credito alle famiglie consumatrici è aumentato; vi hanno contribuito sia i mutui per l’acquisto di abitazioni, in connessione con la ripresa delle compravendite immobiliari, sia il credito al consumo.
La qualità del credito alle imprese ha registrato un peggioramento per effetto della dinamica negativa nel settore delle costruzioni; nei servizi e soprattutto nel manifatturiero ha invece evidenziato un miglioramento. La qualità dei finanziamenti alle famiglie è risultata sostanzialmente stabile.
La crescita dei depositi si è rafforzata, trainata da quelli in conto corrente delle imprese.