La Cappella dei Celestini di Potenza ha ospitato ieri, mercoledì 1 giugno, la presentazione della raccolta di poesie “Sto preparando la rivoluzione” (Editrice Universosud), opera prima del giovane lucano Fortunato Picerno.
Con l’autore, hanno partecipato all’evento Mimmo Sammartino, giornalista e scrittore, Sergio Ragone, digital storyteller, blogger e giornalista, Rocco Spagnoletta del gruppo musicale Musicamanovella, Antonio Candela, editore. Sono inoltre intervenuti, manifestando apprezzamenti per l’opera di Picerno, nuovo talento lucano, il sindaco di Potenza Dario De Luca e il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Francesco Mollica. Ha moderato la serata Eva Bonitatibus.
La bellezza e la rivoluzione, il cambiamento, le suggestioni dell’animo verso un nuovo rinascimento caratterizzano i versi di Picerno, versi brevi, talvolta brevissimi, ma incisivi, completi, intimi, in equilibrio tra sensibilità e riservatezza. Fortunato Picerno, da sempre appassionato di arte pittorica e letteratura, costruisce una silloge poetica partendo da se stesso, da un momento particolare della sua vita e i versi, nati per gioco, per otium, indagano la propria personalità alla luce delle esperienze e, allo stesso tempo, si aprono alla comunicazione, creando un ponte con gli altri. Un libro dal leggere e rileggere, prendendosi il tempo necessario per riflettere e lasciarsi trasportare dalla magia di cui la poesia è rappresentazione.
Scopriamone di più dalle parole dell’autore
Fortunato Picerno, quella che presenti oggi è la tua prima pubblicazione ed è una raccolta di poesie. Cosa ti ha spinto a scrivere delle poesie e a decidere di pubblicarle?
La sensibilità. Paolo Sorrentino nel suo capolavoro “La grande bellezza” dà una definizione di sensibilità che mi sento di citare, lui parla dei suoi coetanei adolescenti che rispondono alla domanda “Qual è la più grande ossessione che hai nella vita? Le donne” e lui risponde: “L’odore delle case dei vecchi” e definisce questa come sensibilità. Nel mio caso, è stata la sensibilità a spingermi a scrivere perché non avevo questa intenzione da quando sono nato, non avevo questo sogno, quest’obiettivo, quest’ambizione. Penso di essere semplicemente un ragazzo sensibile e ho trovato nella poesia il modo per conoscermi e scoprirmi, quindi la poesia per me e stata un’esperienza cognitiva vera e propria.
Il titolo: “Sto preparando la rivoluzione”. Qual è la rivoluzione che stai preparando o, meglio, che hai iniziato a preparare con questo libro?
Il titolo ha una duplice dimensione, quella individuale e quella collettiva. Quella individuale è senza dubbio la mia sfida personale con il mio futuro e con la mia voglia di realizzarmi professionalmente, quindi una sfida che sicuramente può interessare pochi. La dimensione collettiva, invece, può essere più interessante, anche da approfondire, perché è una dimensione politica nel senso puro del termine e non caratterizzata da un colore politico. Sto parlando dello stimolo e della voglia che ho di provocare le classi dirigenti, i media. La vera rivoluzione non è cambiare tutto per non cambiare niente, non è l’arte dell’improvvisazione, ma è costruire e realizzare un’idea. Gli ideologismi muoiono con il sangue, le idee permangono con il tempo e ancora ci animano.
A proposito di sfide, una l’hai già vinta, hai vinto un premio con le tue poesie…
Si, ho vinto la XXI edizione del premio letterario “Massimiliano Kolbe” in maniera del tutto inaspettata. Questi scritti non erano stati composti in maniera organica per realizzare una silloge e per partecipare ad un premio, ma erano degli scritti che hanno caratterizzato un periodo particolare della mia vita. Nel momento in cui mi sono chiesto questa mia passione per la poesia che tipo di caratura avesse, se poteva essere qualcosa di serio, che potesse continuare nel tempo e se avessero un valore i miei scritti ho deciso di iscrivermi a questo premio. Poi il giorno di Natale, dopo quasi un anno dall’iscrizione e dopo essermene completamente dimenticato, ho avuto la notizia di averlo vinto e sono stato costretto a pubblicare questo libro che oggi ho presentato.
Data la tua giovane età, 25 anni, qual è il consiglio che daresti a chi, più piccolo o tuo coetaneo, si dedica alla scrittura e vorrebbe pubblicare?
Mi sento una persona poco adatta a dare consigli, nel senso che non sono ancora nessuno, non ho ancora fatto niente, ho solo seguito la mia volontà. Se posso dare un consiglio, da amico o da coetaneo, è quello di seguire la propria volontà. Mi sono sempre ispirato a Nietzsche, mi è sempre piaciuto molto studiarlo, ho scoperto che l’idea del superuomo nazista è una mistificazione, non esiste, il superuomo non è nient’altro che senso della terra e un santo dir di si alla propria volontà.